L’antropocene è l’era geologica dove l’uomo ha agito riuscendo a modificare in termini rilevanti l’ambiente della terra. La sua impronta sull’ambiente non è relativa o residuale, ma ha effetti che investono l’intera vita sulla terra. E’ l’era che ha visto lo sviluppo del progresso umano come all’infinito. Quello sviluppo che ora mostra la corda, avendo esercitato una pressione insostenibile sull’ambiente, avendo provocato enormi squilibri sociali.
Come superare una fase così fortemente critica? Certo, modificando il modello di sviluppo, tentando un riequilibrio nel rapporto con l’ambiente, una ridefinizione delle relazioni geo-politiche in senso più collaborativo. Ma basterà? Alcuni affermano che la soglia critica sia stata superata e il riparo sia quasi impossibile. Se ne parlerà nella giornata di studi di mercoledì 15 novembre alla Sala Multimediale della Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto, a partire dalle ore 10:00 (contestualmente online su piattaforma Zoom: https://us02web.zoom.us/j/87619565500), titolo Antropocene. Pensiero e azione, con interventi di: Lech Witkowski, Salvatore Colazzo, Demetrio Ria, Giuliana Adamo, Piero Antonaci, Luca Baldoni, Francesco Sardelli.
Nello stesso giorno di mercoledì 15 novembre si propone anche una performance, un concerto con video, che richiama questi temi con profonde risonanze. Il concerto si tiene alla Sala Filarmonica di Rovereto, alle ore 20:45, e vede impegnati l’Ensemble di Arpe della Civica Scuola Musicale “R. Zandonai” di Rovereto – che esegue un’opera di John Cage – e Agorart ensemble – che interpreterà opere di Cosimo Colazzo e Karlheinz Stockhausen. Nella serata anche una fiaba di Maria Lai, con regia video di Francesco Casu.
Un concerto composito, quindi, fatto di immagini, video, luci, che significativamente propone innanzitutto Cage, ponendosi nel solco di un’arte che libera i margini definitori verso incroci molteplici. Cage smargina i confini abituali delle cose, dei rapporti tra suono, rumore, silenzio pensandoli in osmosi, in una condizione aperta e liberata. Stockhausen, altro autore nel programma, con un atteggiamento di vorace spinta sperimentale, approda, per paradossi e salti, a una visione policentrica e aperta. La sua immaginazione spazia nell’aperto, si spinge sempre oltre. I suoi progetti possono assumere respiro cosmogonico, fare dello zodiaco e di cartografie stellari mappe tutte musicali. Un video ne traccia risonanze nel segno di un di là, di un fuori campo da ricercare e mostrare.
La fiaba consente di sottrarsi alle serie logiche. Genere strutturato, rinsalda, nelle sue ritmiche consolidate ancorché orali, il senso comunitario. E nello stesso tempo offre la possibilità, dentro la sua cornice, di trasgredire e sognare. L’arte – dice Maria Lai, di cui viene presentata una fiaba messa in video da Francesco Casu – è una pietra lanciata nel vuoto: slancio, scommessa, gioco e stupore, come anche attesa e capacità d’ascolto.
LOCANDINA GIORNATA DI STUDI Antropocene – (PDF) – (JPEG) OPUSCOLO GENERALE Incontri e Performance – (PDF – pp. 1-16) – (PDF – Opuscolo) LOCANDINA Concerto Una pietra nel vuoto – (PDF) – (JPEG) PROGRAMMA SALA Concerto Una pietra nel vuoto – (PDF pp. 1-4) – (PDF – Opuscolo) MATERIALI ACCESSORI – Testi Misreflection/Sriflessioni (legati al paper nella giornata di studi, di Francesco Sardelli) – (PDF colori) – (PDF (b/n)
Un concerto, alla Sala Filarmonica di Rovereto, alle ore 20:45,tenuto dalla pianista Laura Di Paolo, propone al pubblico pagine recenti di autori minimalisti e post-minimalisti americani.
Il tema che lega il concerto è di stringente attualità e viene espresso in chiave musicale. Tocca il tema dell’identità, come oggi si gioca, in un contesto dove tutto appare globalizzato. Oggi i soggetti sembrano sempre più dispersi, impossibilitati di riconoscersi in provenienze e contesti, perché tutto si conforma a modelli globali dove si è assolutamente anonimi, funzioni di consumo soprattutto.
Su questo tema nello stesso giorno, a partire dalle ore 10, alla Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto si tiene una giornata di studi organizzata dall’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”, con importanti studiosi e artisti.
Con il tema della giornata di studi risuona il concerto di Laura Di Paolo, dal titolo I fiori al margine della strada. Minimalisti e post-minimalisti americani. Il concerto esprime il segno musicale di un oggi che ha come perso e smarrito l’idea del progresso, che vive il senso di un eterno presente, e di un mondo indifferente. Così appaiono le testure minimaliste, spesso automatiche, oppure incantate e ferme, nelle musiche in programma di Adams, Duckworth, Gann, Glass, Marshall.
Laura Di Paolo ha svolto la propria formazione pianistica
sotto la guida di Silvano Di Paolo e poi con Pina Pitini presso il
Conservatorio “S.Cecilia” di Roma dove si è diplomata con il massimo
dei voti. Si è perfezionata con Riccardo Brengola (musica da camera) presso
l’Accademia Nazionale di S. Cecilia e con Aldo Ciccolini presso l’Accademia
Internazionale Superiore di Biella, diplomandosi sempre a pieni voti. Ha
inoltre seguito corsi tenuti da Guido Agosti, Jorg Demus e Paul Badura-Skoda.
Premiata in
concorsi nazionali e internazionali, ha svolto attività concertistica come
solista e in formazioni cameristiche in Italia e all’estero riscuotendo
sempre ampi consensi di pubblico e di
critica. Ha inoltre collaborato con l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento in
qualità di pianista d’orchestra.
Laureata in
filosofia presso l’Università di Trento, ha partecipato a progetti di ricerca
sui rapporti tra musica e interpretazione.
Ha tenuto
seminari di didattica pianistica, master classes e corsi di perfezionamento
pianistico in Italia e all’estero. Dal 1984 è docente di pianoforte principale
presso il Conservatorio “F.A. Bonporti”
PROGRAMMA
John Adams (1947)
China Gates (1977)
William Duckworth (1943-2012)
da The time Curve Preludes, Book I (1977-78)
nn. 4, 5, 6,
7, 8, 9, 10
Kyle Gann (1955)
Time Does Not Exist (2000)
Philip Glass
(1937)
da Etudes For Piano, Book II (1994-2012)
n. 11
Ingram
Marshall (1942-2022)
Authentic Presence (2006)
Prossimi eventi
Mercoledì
15 novembre 2023
| 20:45 | Rovereto | Sala Filarmonica | Concerto con video | Ensemble di arpe della Civica Scuola Musicale R. Zandonai di
Rovereto| Agorart
ensemble| Una pietra nel vuoto |Musiche di Cage, Colazzo,
Stockhausen | Video di Francesco Casu
Giovedì 16 novembre 2023 | 20:45 | Rovereto | Sala Filarmonica | Concerto| ArpistaFrancesca
Tirale|Le vive corde del ‘900 contemporaneo|Musiche di Tournier,
Bruni, Petrassi, Britten, Togni, Mannino
Sabato 25 novembre 2023 | 20:45 | Trento | Auditorium del Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” | Opera | La locandiera, Musicape e il giovin signore| opera comica | Musica di Cosimo Colazzo | Libretto di Giuliana Adamo | Regia video e live editing Francesco Casu | Interpreti: La locandiera,Patrizia Zanardi (soprano)|Il giovin signore, Paolo Leonardi (basso)|Musicape, Giuseppe Calliari (voce recitante) | Agorart ensemble:Emanuele Dalmaso (sax), Leonardo Graziola (violoncello), Mirko Satto (accordeon), Mirko Pedrotti (percussioni), Andrea Gargiulo (pianoforte) | Direttore Cosimo Colazzo | Montaggio e postproduzione: Roberto Putzu | disegni originali Sean Sciacca
L’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”, con sede a Rovereto (TN), nasce dall’intento di fare cultura promuovendo il confronto interdisciplinare, la relazione tra territori, il dialogo delle alterità. Ha realizzato numerose manifestazioni, tra cui, Sapere e futuro, Prospettive dell’identità, Storie di genere, Agorà Forum & Sounds, Mondi pluriversi, Come nasce un’opera, Resistenza e resilienza, Meditazione e comunità, Mondi senza frontiere, Mondi diversi, Scrittura e impegno civile. Incubatore di nuove creatività, supporta compositori e interpreti con iniziative ad alto tasso di innovazione, come nel caso degli ensemble Agorart e MP Saxophone Quartet. Realizza pubblicazioni con gli editori Armando e Castelvecchi.
Quella dell’identità è questione oggi cruciale. Oggi che i soggetti sembrano sempre più dispersi, impossibilitati di riconoscersi in provenienze e contesti, perché tutto si conforma a modelli globali dove si è assolutamente anonimi, funzioni di consumo soprattutto, come tentare di rianimare margini di vita culturale e sociale? Le periferie, il locale possono tentare di ridefinirsi e di trovare una propria risonanza, pure in un mondo che mette sostanzialmente tutto su uno stesso piano? Si può tentare un discorso del locale che muova dal suo essere margine per tentare di agire una differenza forse liberata, forse meno dispersa, più riflessiva, più creativa?
Una giornata di studi, organizzata dall’Associazione Culturale Piazza del Mondo, dal titolo Essere periferia. Dalla dispersione a una nuova consapevolezza. Dinamiche della partecipazione, del dialogo, dello sguardo critico, del riscatto, si incarica di sollevare e affrontare queste questioni complesse, martedì 14 novembre dalle ore 10:00, alla Sala Multimediale della Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto, con interventi di Giacomo Mameli, Giuliana Adamo, Andrea Gargiulo, Francesco Casu, Vito Biolchini, Ada Manfreda, Carlo Elmiro Bevilacqua.
In serata con le stesse tematiche risuona una performance che è in programma alla Sala Filarmonica di Rovereto, alle ore 20:45, un concerto tenuto dalla pianista Laura Di Paolo, che propone al pubblico pagine recenti di autori minimalisti e post-minimalisti americani.
Il concerto – dal titolo I fiori al margine della strada. Minimalisti e post-minimalisti americani– esprime il segno musicale di un oggi che ha come perso e smarrito l’idea del progresso, che vive il senso di un eterno presente, e di un mondo indifferente. Così appaiono le testure minimaliste, spesso automatiche, oppure incantate e ferme, nelle musiche in programma di Adams, Duckworth, Gann, Glass, Marshall.
LOCANDINA GIORNATA DI STUDI Margini e periferie – (PDF) – (JPEG) OPUSCOLO GENERALE Incontri e Performance – (PDF – pp. 1-16) – (PDF – Opuscolo) LOCANDINA Concerto Minimalisti-post-minimalisti – (PDF) – (JPEG) PROGRAMMA SALA Concerto Minimalisti-post-minimalisti – (PDF pp. 1-4) – (PDF – Opuscolo)
Un recital teatrale, lunedì 13 novembre, alla Sala Filarmonica di Rovereto, ore 20:45, mette in scena, in termini aggiornati, un monologo che si mette in risonanza con i “racconti di veglia” della tradizione popolare contadina toscana. Ne richiama pronunce, sensibilità, modi dell’invenzione e del racconto, ma si fa racconto moderno e contemporaneo.
Sul tema della fiaba popolare lo stesso lunedì 13 si tiene una giornata di studi alla Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto, Sala Multimediale, a partire dalle ore 10:00, con importanti studiosi che ne trattano sotto il profilo antropologico, etnologico, letterario, musicale, in risvolti sociali e pedagogici.
In serata si colloca questo recital teatrale, dal titolo Le prime luci dell’alba, di Sergio Berti e Riccardo Casamonti, che viene interpretato sul palco della Filarmonica di Rovereto dallo stesso Riccardo Casamonti. L’appuntamento è alla Sala Filarmonica di Rovereto, alle ore 20:45. Il genere del “racconto di veglia” viene ripensato e filtrato nei termini di un linguaggio moderno, ma conservando il senso della fiaba, che, nel caso dei racconti di veglia, è spesso legato alle pronunce del mistero e della magia.
Risuona, così, delle “serate a veglia” che un tempo raccoglievano, intorno all’affabulazione orale dell’aedo di turno, tutta la comunità. Spettacolo pensato come teatro da camera, per una platea prossima all’attore, in un rapporto di intima condivisione, senza particolari mediazioni nel dispositivo teatrale e di spettacolo, in modo da poter “vivere” letteralmente la magia di un moderno racconto di veglia.
Negli anni Novanta,
Riccardo Casamonti frequenta, a
Prato, il laboratorio cinematografico di Giuseppe Ferlito, realizzando il
cortometraggio “Capelli”, tratto da una novella di Guy De Maupassant.
Successivamente,
sempre a Prato, frequenta il laboratorio teatrale del Teatro di Piazza o
d’Occasione, collaborando all’allestimento degli spettacoli “Aforismi”
(ispirato alla figura di Oscar Wilde) e “Saint Just”.
Alla fine
degli anni Novanta, si trasferisce nel Chianti, dove inizia un percorso di
ricerca molto particolare, con il desiderio di riscoprire e dare nuova linfa a
quella tradizione antichissima della civiltà contadina che era la “veglia” :
ossia la capacità di ritrovarsi insieme per raccontare storie.
In questa
prospettiva, ha realizzato una serie di cortometraggi e un lungometraggio, che
hanno tutti come tratto distintivo la scelta di utilizzare solo attori non
professionisti per l’interpretazione dei personaggi e la scelta di mettere
sempre in primo piano il “territorio” nella costruzione della regia
cinematografica (territorio inteso come sintesi di paesaggi umani, naturali e
culturali).
Sempre con
l’intento di ricollegarsi alla tradizione della veglia, ha collaborato con il
Tignano Festival, realizzando per questa importante manifestazione due opere
teatrali (“Racconti di veglia” nel 2017 e “C’era una volta Firenze” nel 2020).
Nell’estate
2023 ha collaborato con il Comune di Barberino Tavarnelle per allestire una
rassegna itinerante sul territorio del suo monologo: Le prime luci dell’alba.
Il testo è finalista nella V edizione del concorso nazionale “Teatro in cerca d’autore” (premiazione il 7 ottobre 2023 ad Avezzano – AQ)
Le
prime luci dell’alba
racconto di veglia
di Sergio Berti e Riccardo Casamonti
interpretato da Riccardo Casamonti
Produzione: Gruppo Archeologico Achu APS e Teatro del Borgo
con il patrocinio del Comune di Barberino Tavarnelle.
Musiche originali di Lapo Consortini
Costume Maria Luisa Beilowa
Aiuto regia Maria Luisa Beilowa e Sergio Berti
Prossimi
eventi
Martedì
14 novembre 2023
| 20:45 | Rovereto | Sala Filarmonica | Concerto | PianistaLaura
Di Paolo| I fiori al margine della
strada. Minimalismo e post-minimalismo americano |Musiche di Adams, Duckworth,
Gann, Glass, Marshall
Mercoledì
15 novembre 2023
| 20:45 | Rovereto | Sala Filarmonica | Concerto con video | Ensemble di arpe della Civica Scuola Musicale R. Zandonai di
Rovereto| Agorart
ensemble| Una pietra nel vuoto |Musiche di Cage, Colazzo,
Stockhausen | Video di Francesco Casu
Giovedì 16 novembre 2023 | 20:45 | Rovereto | Sala Filarmonica | Concerto| ArpistaFrancesca
Tirale|Le vive corde del ‘900 contemporaneo|Musiche di Tournier,
Bruni, Petrassi, Britten, Togni, Mannino
Sabato 25 novembre 2023 | 20:45 | Trento | Auditorium del Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” | Opera | La locandiera, Musicape e il giovin signore| opera comica | Musica di Cosimo Colazzo | Libretto di Giuliana Adamo | Regia video e live editing Francesco Casu | Interpreti: La locandiera,Patrizia Zanardi (soprano)|Il giovin signore, Paolo Leonardi (basso)|Musicape, Giuseppe Calliari (voce recitante) | Agorart ensemble:Emanuele Dalmaso (sax), Leonardo Graziola (violoncello), Mirko Satto (accordeon), Mirko Pedrotti (percussioni), Andrea Gargiulo (pianoforte) | Direttore Cosimo Colazzo | Montaggio e postproduzione: Roberto Putzu | disegni originali Sean Sciacca
L’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”, con sede a Rovereto (TN), nasce dall’intento di fare cultura promuovendo il confronto interdisciplinare, la relazione tra territori, il dialogo delle alterità. Ha realizzato numerose manifestazioni, tra cui, Sapere e futuro, Prospettive dell’identità, Storie di genere, Agorà Forum & Sounds, Mondi pluriversi, Come nasce un’opera, Resistenza e resilienza, Meditazione e comunità, Mondi senza frontiere, Mondi diversi, Scrittura e impegno civile. Incubatore di nuove creatività, supporta compositori e interpreti con iniziative ad alto tasso di innovazione, come nel caso degli ensemble Agorart e MP Saxophone Quartet. Realizza pubblicazioni con gli editori Armando e Castelvecchi.
LOCANDINA Recital teatrale Le prime luci dell’alba – (PDF) – (JPEG) PROGRAMMA SALA Recital teatrale Le prime luci dell’alba – (PDF pp. 1-4) – (PDF – Opuscolo)
La fiaba è modello di linguaggio che si radica comunitariamente, ma nella sua cornice rende possibili trasgressioni, di volare oltre la logica abituale. Un modello dell’interazione a tutt’orizzonte tra appartenenza e liberazione, dove le identità possono farsi creative.
Una giornata di studi, organizzata dall’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”, dal titolo La fiaba tra arte e formazione, mette a fuoco la questione, nel profilo antropologico, etnologico, sociale, creativo, pedagogico, lunedì 13 novembre a partire dalle ore 10:00, alla Sala Multimediale della Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto, e contestualmente online su piattaforma Zoom: https://us02web.zoom.us/j/83170803669.
Intervengono: Antonio Errico, Eugenio Imbriani, Salvatore Colazzo, Riccardo Casamonti, Giuliana Adamo, Francesco Casu, Giuseppe Calliari, Mauro Neri, Armando Franceschini.
In serata, sempre lunedì 13 novembre, si tiene una performance, legata al tema, alla Sala Filarmonica di Rovereto, alle ore 20:45. Si tratta di un recital teatrale, esperimento di teatro da camera, dedicato al genere del racconto di veglia della tradizione popolare contadina toscana. Che viene, nel lavoro ripensato e filtrato nei termini di un linguaggio moderno, ma conservando il senso della fiaba, che, nel caso dei racconti di veglia, è spesso legato alle pronunce del mistero e della magia.
Riccardo Casamonti e Sergio Berti hanno composto un testo teatrale dal titolo Le prime luci dell’alba, che viene portato ora in pubblico nella forma di un recital di teatro da camera interpretato da Riccardo Casamonti. Moderno “racconto di veglia” che risuona delle “serate a veglia” che un tempo raccoglievano, intorno all’affabulazione orale dell’aedo di turno, tutta la comunità. Spettacolo pensato come teatro da camera, per una platea prossima all’attore, in un rapporto di intima condivisione, senza particolari mediazioni nel dispositivo teatrale e di spettacolo, in modo da poter “vivere” letteralmente la magia di un moderno racconto di veglia.
LOCANDINA GIORNATA DI STUDI Fiaba – (PDF) – (JPEG) OPUSCOLO GENERALE Incontri e Performance – (PDF – pp. 1-16) – (PDF – Opuscolo) LOCANDINA Recital teatrale Le prime luci dell’alba – (PDF) – (JPEG) PROGRAMMA SALA Recital teatrale Le prime luci dell’alba – (PDF pp. 1-4) – (PDF – Opuscolo)
Francisca è un’opera recente di Cosimo Colazzo su libretto di Giuliana Adamo, per due voci cantanti, una voce recitante e un quartetto di sassofoni, insieme con una vasta composizione video del multimedia artist Francesco Casu. L’opera, in questa versione con video è in programma all’Auditorium del Conservatorio di Musica “F.A. Bonporti” di Trento, sabato 11 novembre alle ore 20:45, per iniziativa dell’Associazione Culturale Piazza del Mondo.
L’opera tratta una tematica di genere che tocca le sensibilità attuali. Francisca, la protagonista, è sottoposta a un processo dall’Inquisizione perché assume vesti e comportamenti maschili e lavora nei campi. Lo fa per sopravvivere, poiché ha perso il marito e vive sola, non ha nessuno e ha bisogno di lavorare. Ma interpreta l’altro genere, ne assume il linguaggio. E questo provoca scandalo, turbamento. Il processo terminerà positivamente per lei, caso inatteso di tolleranza del diverso. Ma ha leso punti critici dell’ordine sociale e per questo ha mosso la forza del potere.
L’opera quindi solleva la questione dello stigma che esclude il diverso e lo vorrebbe espulso dall’orizzonte della normalità. Si riferisce a un fatto storico accaduto in Sicilia alla fine del 1600, un periodo dove persiste la eco del dagli all’untore e della caccia alle streghe. Attraverso lo scontro-incontro in tribunale di Francisca, contadina giovane e povera, e di Don Bonaventura Cappello, Inquisitore, mostra la strenua, eterna, sempre attuale lotta tra cecità e ragione, calunnia e verità, fuoco distruttore e luce illuminante.
La musica rende questo senso dello scontro che oppone la forza del potere che reclama remissione, e una donna inerme. Ma nel corso degli svolgimenti rende anche le trasformazioni che incontrano i personaggi, e soprattutto l’Inquisitore, i dubbi che l’avvolgono, la penombra che vive un potere che incomincia a porsi domande e a modificarsi.
Il libretto si ispira al racconto-documento di Maria Attanasio (Caltagirone, 1943; punta di diamante della Sellerio) intitolato Correva l’anno 1698 quando nella città avvenne il fatto memorabile (I. ed. 1994; II. ed. 2020 in Lo splendore del niente e altre storie).
L’opera presenta due voci cantanti, Francisca interpretata dal soprano Patrizia Zanardi, e l’Inquisitore nella voce del baritono Roberto Abbondanza. Una voce recitante, interpretata da Giuseppe Calliari, lega eventi, descrive fatti e antefatti, commenta. Con le voci un ensemble, un quartetto di sassofoni, MP Saxophone Quartet: Emanuele Dalmaso (sax soprano); Mattia Grott (sax contralto), Filippo Corbolini (sax tenore); Simone Dalcastagnè (sax baritono). Importante l’apporto del video, che accompagna tutta l’opera, composto da Francesco Casu, multimedia artist, che cura anche, nella rappresentazione, la regia e il live editing dello spettacolo. Ha collaborato a montaggio e postproduzione Roberto Putzu, mentre i disegni originali sono di Sean Scaccia.
Si terrà un breve incontro con la scrittrice Maria Attanasio e la librettista Giuliana Adamo per presentare l’opera, alle ore 20:00, poco prima dello spettacolo che inizierà alle ore 20:45.
20:00 | Anteprima
Incontro con la scrittrice Maria Attanasio a cura di Giuliana Adamo
20:45 | L’opera
Francisca– opera da camera –
Musica di Cosimo Colazzo|Libretto diGiuliana Adamo
Montaggio e postproduzione: Roberto Putzu | disegni originali Sean Sciacca
Dramma della diversità.
Ma anche del potere…
Francisca è una voce lontana, eco di una cronaca
antica. Un grido che ancora risuona e chiede ascolto, il coraggio di ascoltare.
Nel Seicento viveva Francisca-Francisco,
homofemmina, donna… Si levano voci che la chiamano strega: borbottano,
poi rombano, si diffondono, la travolgono. … l’Inquisitore in Tribunale la
interroga, le fiamme già crepitano… come andrà a finire?
Da una storia vera, un’opera in musica che esprime il
dramma della diversità incarnato da Francisca. Si ispira al racconto-documento
di Maria Attanasio Correva l’anno 1698 quando nella città avvenne il fatto
memorabile. Periodo oscuro del dagli all’untore e della caccia alle
streghe.
Attraverso lo scontro-incontro in tribunale di
Francisca, contadina giovane e povera, e di Don Bonaventura Cappello,
Inquisitore, emerge la strenua, eterna, sempre attuale lotta tra cecità e
ragione, calunnia e verità, fuoco distruttore e luce illuminante.
Francisca rappresenta il dramma di una donna che propone se stessa al mondo, nella
disperata ricerca di sopravvivere e esserci, e dall’altra parte un
potere che vive un crepuscolo e di fronte a lei vacilla e dubita.
La musica conduce dentro le pieghe dei personaggi, ne
rende la complessità che va oltre lo stigma, oltre l’istituzione. Quando le
difese diurne cedono e si è soli, arrivano il dubbio e la domanda, di più,
anche momenti di radicale dispersione del sé.
Un’opera che interroga l’identità e i ruoli socialmente performati, ma anche più fondi, sotterranei sommovimenti, spinte e controspinte. L’individuo, nella domanda silente del suo esserci, rappresenta pur sempre un resto, una sottrazione, una deriva non sempre assimilabile. La stessa forza che reclama l’adesione all’ordine costituito entra in una penombra dove i confini si sfumano e le cose ricercano, trovano altre intese…
Cosimo Colazzo, compositore, pianista, direttore
d’orchestra, è autore di una vasta produzione, premiato in concorsi nazionali e
internazionali. La sua musica è stata eseguita in vari paesi europei, negli
Stati Uniti, in America Latina, in Giappone, ed è pubblicata da Rai.com. Nel
campo dell’opera e del teatro musicale, è autore dell’opera Francisca,
delle opere comiche La locandiera, Musicape e il giovin signore
(libretto di Giuliana Adamo), Il latifondo magico (libretto di Vito
Riviello), dell’opera-balletto Sotto i colpi del sole di ferro (testo di
Salvatore Colazzo), dei melologhi Les dès des ordres (con testi di
Emilio Villa), L’attesa (testo del compositore, da Simone Weil). È
autore di saggi e volumi pubblicati in Italia e all’estero.
Giuliana Adamo, docente di Lingua e Letteratura italiana al Department of Italian del Trinity College di Dublino è autrice di libri e saggi dedicati alla letteratura del ‘900 (Palazzeschi; il futurismo, Vincenzo Consolo; Umberto Eco, Luigi Meneghello; Maria Attanasio; Antonella Anedda gli autori studiati e analizzati), alla storia della resistenza (la figura di Vittore Bocchetta), a questioni spinose dell’attualità (mafia e ‘ndrangheta), pubblicati da editori importanti tra cui Salerno, Manni, Longo, Castelvecchi, Armando, Viella, CUEC.
Gli interpreti
Roberto Abbondanza, baritono,
ha cantato in ruoli primari nei maggiori teatri: Scala di Milano, Maggio
Musicale Fiorentino, Teatro dell’Opera di Roma, La Fenice, Teatro Regio
di Torino, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Massimo di Palermo, ecc.
All’estero si è esibito nei più importanti centri, in Europa, Asia, America. Particolarmente
interessato al repertorio contemporaneo, ha cantato opere di autori come
Barber, Bernstein, Britten, Bussotti, Dallapiccola, Donatoni, Guaccero, Henze
(premio Abbiati 2005), Ligeti, Macchi, Maderna, Malipiero, Nono, Pärt,
Petrassi, Schönberg, Sinopoli, Stravinskij, ecc. Ha inoltre interpretato
numerose prime assolute, tra le quali opere e composizioni di Adams, Ambrosini,
Bacalov, Battistelli, Boccadoro, Colasanti, Colazzo, D’Amico, Dall’Ongaro, Del
Corno, De Rossi Re, Di Bari, Fedele (Premio Abbiati 2007), Francesconi,
Frisina, Galante, Glass, Gregoretti, Guastella, MacMillan, Manzoni, Morricone,
Mosca, Panni, Pennisi, Sbordoni, Scogna, Vacchi (Premio Abbiati 2003).
Patrizia Zanardi, soprano, interpreta ruoli
principali del grande repertorio operistico – Rossini, Bellini, Donizetti,
Verdi, Puccini – per il Teatro Massimo di Palermo, Teatro Regio di Parma, Verdi
di Trieste, Donizetti di Bergamo, Ponchielli di Cremona, Festival della Valle
d’Itria a Martina Franca, Taormina Arte Festival, Teatro Cervantes Malaga,
Concertgebouw di Amsterdam, Teatro La Monnaie Bruxelles, New York City Opera,
Minnesota Opera, Auditório Ibirapuera São Paulo do Brasil, Seoul Arts Center
Opera House, NHK Hall di Tokyo tra molti altri.
Giuseppe Calliari, musicista, docente, scrittore,
poeta, divulgatore, è tra le figure intellettuali di rilievo nel panorama
culturale. Autore di testi e libretti per musica, ha pubblicato saggi
musicologici tra cui assumono rilievo una monografia dedicata all’opera di Ferruccio
Busoni, la curatela degli scritti di Andrea Mascagni.
MP Saxophone Quartet è un ensemble dedito alla musica
contemporanea, attivo nell’incubatore/aggregatore Associazione Culturale
“Piazza del Mondo”, che raccoglie musicisti con rilevanti esperienze nel campo.
Numerose sono le prime esecuzioni assolute presentate in pubblico, di nuove
opere di compositori. Hanno scritto lavori appositamente per l’Associazione
Culturale “Piazza del Mondo” e per il quartetto, compositori quali Aralla,
Colazzo, Colombo Taccani, Perezzani e altri.
Francesco Casu,progettista, regista, artista multimediale, conta tra le altre esperienze, installazioni video alla Galleria degli Uffizi, al MAXXI di Roma. Interlocutore privilegiato per quanto riguarda la trasmissione del mondo culturale sardo, ha curato e progettato le installazioni dei più importanti centri di cultura dell’isola, dal Museo sulla poesia improvvisata di Bitti al Museo delle Maschere di Mamoiada, dalla Stazione dell’Arte di Ulassai al parco Grazie Deledda e lo spazio dedicato a Salvatore Cambosu. La sua è un’esperienza che affonda nelle sperimentazioni degli anni ’80 di musica elettronica e video-arte, arrivando a ridisegnare nuove forme di esperienze, a dare forma alla realtà percettiva con le nuove tecnologie.
Prossimi eventi
Sabato 25 novembre 2023 | 20:45 | Trento | Auditorium Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” | La locandiera, Musicape e il
giovin signore | Opera comica | Musica di Cosimo
Colazzo,
Libretto di Giuliana Adamo | La
locandiera, Patrizia Zanardi
(soprano) | Il giovin signore, Paolo Leonardi
(basso) | MusicapeGiuseppe Calliari
(voce recitante) | Agorart ensemble,
dir. Cosimo Colazzo
L’Associazione Culturale Piazza del Mondo è fortemente impegnata su tematiche stringenti dell’oggi e del contemporaneo, che affronta da una pluralità di punti di vista, chiamando a convegno, scienza, discipline umanistiche e arti. Questa sua attività svolta diffusamente, ormai da anni (dal 2016 quando ha avviato le sue attività) in Trentino, ma anche altrove, in Italia e all’estero, ha incrociato le voci di riconosciutissimi intellettuali, studiosi, artisti.
Nelle prossime settimane concentra molte attività che significativamente incrociano incontri culturali (nella forma di giornate di studio, tavole rotonde), e performance (esposizione di arte visiva/poesia, recital teatrale, diversi concerti, due opere con video). Si ruota, con la vasta proposta di iniziative, intorno a una costellazione di tematiche in intreccio: margini, periferie, antropocene, fiaba.
La fiaba è modello di linguaggio che si radica comunitariamente, ma nella sua cornice rende possibili trasgressioni, di volare oltre la logica abituale. Un modello dell’interazione a tutt’orizzonte tra appartenenza e liberazione, dove le identità possono farsi creative. Una giornata di studi, dal titolo La fiaba tra arte e formazione, mette a fuoco la questione, nel profilo antropologico, etnologico, sociale, creativo, pedagogico, lunedì 13 novembre a partire dalle ore 10, alla Sala Multimediale della Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto. Intervengono: Antonio Errico, Eugenio Imbriani, Salvatore Colazzo, Riccardo Casamonti, Giuliana Adamo, Francesco Casu, Giuseppe Calliari, Mauro Neri, Armando Franceschini.
Quella dell’identità è questione oggi cruciale. Oggi che i soggetti sembrano sempre più dispersi, impossibilitati di riconoscersi in provenienze e contesti, perché tutto si conforma a modelli globali dove si è assolutamente anonimi, funzioni di consumo soprattutto, come tentare di rianimare margini di vita culturale e sociale? Le periferie, il locale possono tentare di ridefinirsi e di trovare una propria risonanza, pure in un mondo che mette sostanzialmente tutto su uno stesso piano? Si può tentare un discorso del locale che muova dal suo essere margine per tentare di agire una differenza forse liberata, forse meno dispersa, più riflessiva, più creativa? Una giornata di studi – titolo Essere periferia. Dalla dispersione a una nuova consapevolezza. Dinamiche della partecipazione, del dialogo, dello sguardo critico, del riscatto – si incarica di sollevare e affrontare queste questioni complesse, martedì 14 novembre dalle ore 10:00, alla Sala Multimediale della Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto, con interventi di: Giacomo Mameli, Giuliana Adamo, Andrea Gargiulo, Francesco Casu, Vito Biolchini, Ada Manfreda, Carlo Elmiro Bevilacqua.
L’antropocene ha visto lo sviluppo del progresso umano che ora mostra la corda, avendo esercitato una pressione insostenibile sull’ambiente, avendo provocato enormi squilibri sociali. Come superare una fase così fortemente critica? Certo, modificando il modello di sviluppo, tentando un riequilibrio nel rapporto con l’ambiente, una ridefinizione delle relazioni geo-politiche in senso più collaborativo. Ma basterà? Alcuni affermano che la soglia critica sia stata superata e il riparo sia quasi impossibile. Se ne parlerà nella giornata di studi di mercoledì 15 novembre alla Sala Multimediale della Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto, a partire dalle ore 10:00, titolo Antropocene. Pensiero e azione, con interventi di: Lech Witkowski, Salvatore Colazzo, Demetrio Ria, Giuliana Adamo, Piero Antonaci, Luca Baldoni, Francesco Sardelli.
Quindi, nella giornata di giovedì 16 novembre due incontri culturali. Una tavola rotonda nella mattinata, a partire dalle ore 10:00, sempre alla Sala Multimediale della Biblioteca Civica “G. Tartarotti”, è dedicata alla figura del poeta, scrittore, artista di poesia-visiva, operatore culturale altamente sperimentale, Antonio Verri. La tavola rotonda, dal titolo Poesia dei margini, e dai margini all’aperto. Le scritture di Antonio Verri, – con Giuliana Adamo, Cosimo Colazzo, Salvatore Colazzo, Antonio Errico, Mauro Marino, Salvatore Rizzello – proporrà un profilo della straordinaria, plurale opera creativa dello scrittore e poeta, come anche l’itinerario di un marginale, di un artista periferico, che da questa sua posizione ellittica e forse proprio per questo ha saputo gettarsi nell’aperto sperimentale fuori da parole d’ordine o accademismi.
Ad Antonio Verri è dedicata anche un’esposizione di sue opere visive, dal 10 al 26 novembre presso la Sala Multimediale della Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto, dal titolo Antonio Verri. Tredici tavole per John Cage. Quando, decostruendo, l’armonia dilaga. Tredici opere che sono collage di reperti del quotidiano, strisce e stringhe di parole, slogan, titoli, pubblicità, immagini, ritagli: un itinerario che, sulla traccia di Cage, disegna l’interesse di Verri per l’aperto, per le capacità che il caso mette in campo, di trovare coaguli inattesi, come pure per le molteplici stratificazioni di segni e oggetti diversi.
Nel pomeriggio di giovedì 16 novembre, a partire dalle ore 16, un’altra tavola rotonda, dedicata ai temi dei rapporti tra poesia e traduzione, dal titolo Voci dai margini. Reti di poesia e traduzione. In occasione del decennale della scomparsa del poeta irlandese premio Nobel Seamus Heaney. La parola poetica si nutre di un’origine, ma anche di voci differenti, è rete di voci poetiche differenti. Poesia e traduzione possono farsi specchio per quelle voci di poeti che sono sempre nell’aperto della formazione della parola. Intervengono, nella tavola rotonda, Marco Sonzogni (traduttore dell’opera di Seamus Heany e egli stesso poeta), la poeta e saggista Antonella Anedda, la critica letteraria Giuliana Adamo.
Ci spostiamo ora al programma delle performance. Dell’esposizione di Verri per Cage si è detto. Diremo ora dell’opera Francisca di Cosimo Colazzo su libretto di Giuliana Adamo, in programma all’Auditorium del Conservatorio di Musica “F.A. Bonporti” di Trento, sabato 11 novembre alle ore 20:45. L’opera tratta una tematica di genere che tocca le sensibilità attuali. Francisca, la protagonista, è sottoposta a un processo dall’Inquisizione perché assume vesti e comportamenti maschili e lavora nei campi. Lo fa per sopravvivere, poiché ha perso il marito e vive sola, non ha nessuno e ha bisogno di lavorare. Ma interpreta l’altro genere, ne assume il linguaggio. E questo provoca scandalo, turbamento. Il processo terminerà positivamente per lei, caso inatteso di tolleranza del diverso. Ma ha leso punti critici dell’ordine sociale e per questo ha mosso la forza del potere. L’opera si riferisce a un fatto storico accaduto in Sicilia alla fine del 1600, un periodo dove persiste la eco del dagli all’untore e della caccia alle streghe. Attraverso lo scontro-incontro in tribunale di Francisca, contadina giovane e povera, e di Don Bonaventura Cappello, Inquisitore, mostra la strenua, eterna, sempre attuale lotta tra cecità e ragione, calunnia e verità, fuoco distruttore e luce illuminante. La musica rende questo senso dello scontro che oppone la forza del potere che reclama remissione, e una donna inerme. Ma nel corso degli svolgimenti rende anche le trasformazioni che incontrano i personaggi, e soprattutto l’Inquisitore, i dubbi che l’avvolgono, la penombra che vive un potere che incomincia a porsi domande e a modificarsi. Il libretto si ispira al racconto-documento di Maria Attanasio (Caltagirone, 1943; punta di diamante della Sellerio) intitolato Correva l’anno 1698 quando nella città avvenne il fatto memorabile (I. ed. 1994; II. ed. 2020 in Lo splendore del niente e altre storie). L’opera presenta due voci cantanti, Francisca interpretata dal soprano Patrizia Zanardi, e l’Inquisitore nella voce del baritono Roberto Abbondanza. Una voce recitante, interpretata da Giuseppe Calliari, lega eventi, descrive fatti e antefatti, commenta. Con le voci un ensemble, un quartetto di sassofoni, MP Saxophone Quartet: Emanuele Dalmaso (sax soprano); Mattia Grott (sax contralto), Filippo Corbolini (sax tenore); Simone Dalcastagnè (sax baritono). Importante l’apporto del video, che accompagna tutta l’opera, composto da Francesco Casu, multimedia artist, che cura anche, nella rappresentazione, la regia e il live editing dello spettacolo. Ha collaborato a montaggio e postproduzione Roberto Putzu, mentre i disegni originali sono di Sean Scaccia. Si terrà un breve incontro con la scrittrice Maria Attanasio e la librettista Giuliana Adamo per presentare l’opera, alle ore 20:00, poco prima dello spettacolo che inizierà alle ore 20:45.
Lunedì 13 dicembre, in serata, alle ore 20:45 alla Sala Filarmonica di Rovereto, un racconto di veglia di Riccardo Casamonti e Sergio Berti, interpretato in un recital di teatro da camera da Riccardo Casamonti, dal titolo Le prime luci dell’alba. Fiaba e magia intessono il racconto, secondo i modi della tradizione popolare contadina toscana, dei “racconti di veglia” e delle “serate a veglia” che raccolgono interno all’affabulazione orale dell’aedo di turno, tutta la comunità. Spettacolo pensato come teatro da camera, per una platea prossima all’attore, in un rapporto di intima condivisione, senza particolari mediazioni nel dispositivo teatrale e di spettacolo, in modo da poter “vivere” letteralmente la magia di un moderno racconto di veglia
Martedì 14 dicembre è la volta di un concerto, alla Sala Filarmonica di Rovereto, alle ore 20:45, tenuto dalla pianista Laura Di Paolo, che propone al pubblico pagine recenti di autori minimalisti e post-minimalisti americani. Esprime il segno musicale di un oggi che ha come perso e smarrito l’idea del progresso, che vive il senso di un eterno presente, e di un mondo indifferente. Così appaiono le testure minimaliste, spesso automatiche, oppure incantate e ferme.
Mercoledì 15 novembre, il concerto alla Sala Filarmonica di Rovereto, alle ore 20:45, vede impegnati l’Ensemble di Arpe della Civica Scuola Musicale “R. Zandonai” di Rovereto – che esegue un’opera di John Cage – e Agorart ensemble – che interpreterà opere di Cosimo Colazzo e Karlheinz Stockhausen. Nella serata anche una fiaba di Maria Lai, con regia video di Francesco Casu. Un concerto composito, fatto di immagini, video, luci, che significativamente propone innanzitutto Cage, ponendosi nel solco di un’arte che libera i margini definitori verso incroci molteplici. Cage smargina i confini abituali delle cose, dei rapporti tra suono, rumore, silenzio pensandoli in osmosi, in una condizione aperta e liberata. Stockhausen, altro autore nel programma, con un atteggiamento di vorace spinta sperimentale, approda, per paradossi e salti, a una visione policentrica e aperta. La sua immaginazione spazia nell’aperto, si spinge sempre oltre. I suoi progetti possono assumere respiro cosmogonico, fare dello zodiaco e di cartografie stellari mappe tutte musicali. Un video ne traccia risonanze nel segno di un di là, di un fuori campo da ricercare e mostrare. La fiaba consente di sottrarsi alle serie logiche. Genere strutturato, rinsalda, nelle sue ritmiche consolidate ancorché orali, il senso comunitario. E nello stesso tempo offre la possibilità, dentro la sua cornice, di trasgredire e sognare. L’arte – dice Maria Lai, di cui viene presentata una fiaba messa in video da Francesco Casu – è una pietra lanciata nel vuoto: slancio, scommessa, gioco e stupore, come anche attesa e capacità d’ascolto.
Giovedì 16 novembre, un altro concerto alla Sala Filarmonica di Rovereto, alle ore 20:45, con l’arpista Francesca Tirale che propone pagine di autori del ‘900 e di compositori contemporanei. L’arpa nel ‘900 è stata oggetto di invenzione e investigazione da parte di molti compositori. Esplorata nel segno di poetiche impressionistiche da molti autori, specie francesi, è stata vista diversamente da altri compositori, quasi in un contro-movimento contro le retoriche del vago, come portatrice di valori del segno preciso e netto, oppure capace di ampliare il suo universo sonoro verso regioni nuove e inedite. Il concerto propone un orizzonte composito di opere mettendo in risonanza compositori di generazioni diverse.
Si termina questa fase intensa di iniziative programmate dall’Associazione Culturale Piazza del Mondo con un’altra opera, in programma a Trento, all’Auditorium del Conservatoriodi musica F.A Bonporti, sabato 25 novembre alle ore 20:45, un’opera comica di Cosimo Colazzo, su libretto di Giuliana Adamo, dal titolo La locandiera, Musicape e il giovin signore. L’opera è una satira di estrema attualità su certo populismo da spiaggia. Il giovin signore adombra un personaggio ottuso e arrogante, presente in ogni tempo. La locandiera, che possiede lo spirito acuto dell’intelligenza femminile popolare, gli tiene testa: sembra assecondarlo, ma per prendersene gioco. Musicape (nome che richiama un personaggio favolistico di Maria Lai e il suo essere dotata di una mente bambina contro ogni conformismo) è personaggio che ronza curiosa intorno alle azioni degli umani e le commenta ilare e pungente. Giochi linguistici, nel testo, nella musica: associazioni, innesti, scivolamenti, finestre di citazioni. C’è il gusto dello spiazzamento, ma anche un gioco molto serio, di riflessione su un mondo che ci è prossimo e vicino. Personaggi e interpreti: la locandiera: Patrizia Zanardi (soprano); il giovin signore: Paolo Leonardi (basso); Musicape: Giuseppe Calliari (voce recitante). Per la parte strumentale: Agorart Ensemble, che è ensemble in residence dell’Associazione “Piazza del Mondo” di Rovereto: Emanuele Dalmaso (sax); Leonardo Graziola (violoncello); Mirko Satto (accordeon); Mirko Pedrotti (percussioni); Andrea Gargiulo (pianoforte). Direttore: Cosimo Colazzo. Regia video e live editing: Francesco Casu. Montaggio e postproduzione: Roberto Putzu; disegni originali: Sean Scaccia. Saranno sipario all’opera: un’interpretazione musicale di Stockhausen da parte di Agorart ensemble con video di Francesco Casu; un’intervista a Maria Lai; e una fiaba di Maria Lai interpretata in un video con la regia di Francesco Casu.
Tutti gli eventi sono a ingresso libero.
Gli incontri culturali saranno in presenza, con la possibilità di seguirli tramite contestualmente online su varie piattaforme.
Tutti gli eventi sono a ingresso libero. Gli incontri culturali saranno in presenza, con la possibilità di seguirli contestualmente online su varie piattaforme.
Antonio Verri. Tredici tavole per John Cage. Quando, decostruendo, l’armonia dilaga
Dal 10 Novembre 2023 al 26 Novembre 2023 – Biblioteca Civica “G. Tartarotti”, Sala Multimediale – Rovereto
Esposizione a cura dell’Associazione culturale Piazza del Mondo
Antonio Verri, poeta, scrittore, operatore culturale salentino di inesausta energia, passione, capacità di coinvolgere gruppi di artisti in avventure utopiche, scomparve improvvisamente nel 1993, per un incidente stradale. Lasciando un vuoto nella cultura locale e nazionale, che attraversava con un candore che disarmava e incantava. Puro talento della parola, del suono, del ritmo, del giro della frase che avvolge e conduce con sé, nello stesso tempo era alla costante ricerca del nuovo. Su queste vie incrocia interessi i più vari, e anche un interesse per le operazioni di Cage, i suoi disciplinati giochi con il caso e l’indeterminazione, il suo stratificare, tenere insieme le cose più varie e diverse.
A John Cage dedica 13 tavole, collage di reperti del quotidiano, strisce e stringhe di parole, slogan, titoli, pubblicità, e così via. Un itinerario che, sulla traccia di Cage, disegna l’interesse di Verri per l’aperto.
Con Emilio Villa – cui l’Associazione Culturale “Piazza del Mondo” ha dedicato e dedica diversi eventi – Verri condivide uno sperimentalismo aperto e ascoltante.
Antonio Verri era fondamentalmente un anarchico, capace come pochi di misurarsi col nulla, disposto a confrontarsi col disperso e il confuso, il molteplice irriducibile all’unità: la sua cosmogonia era un infinito elencare. Danzava spesso con la morte, non la temeva, la blandiva talvolta: viveva grandi stupori e abbaglianti entusiasmi. Per molte cose sapeva meravigliarsi Antonio Verri, come solo un poeta sa e può fare.
Qualche volta si indignava: sprezzava il potere e le sue manifestazioni, più spesso lo irrideva, lo svuotava col treno folle delle sue parole, delle sue tante ingegnose linguistiche invenzioni…
Un po’ come Cage, Antonio Verri era semplicemente disarmante, ironico, amabile, gioioso, profondo come il mare, improvvisamente…
C’era una strana assonanza tra i due.
S. C.
Alcune note bio-bibliografiche su Antonio Verri
Antonio Verri (Caprarica di Lecce, 22 febbraio 1949 – 9 maggio
1993) è stato un romanziere, poeta, pubblicista ed editore italiano
inquadrabile nel filone del postmodernismo letterario italiano. Aderì al Movimento
Genetico di Francesco Saverio Dòdaro e fu tra i principali animatori del
dibattito letterario degli anni Ottanta dell’Avanguardia meridionale. Fa parte
dei cosiddetti “poeti maledetti salentini” (detti anche
“selvaggi salentini”), tra cui figura anche Salvatore Toma. Fondò e
diresse le riviste letterarie «Caffè Greco» (1979-1981), «Pensionante de’
Saraceni» (1982-1986) e «Quotidiano dei Poeti» (1989-1992) che dal maggio 1991
si interseca con un’altra testata: «Ballyhoo – Quotidiano di comunicazione».
Rimasta memorabile una sua “performance culturale”; quella di
riuscire a diffondere per dodici giorni consecutivi il «Quotidiano dei poeti»,
fatto di sola poesia, stampato a Maglie, presso la Erreci edizioni e
distribuito in giornata, attraverso una rete di amici e militanti, a Bari,
Napoli, Roma, Matera, Perugia, Milano, Trento e Belluno. Collaborò con la
rassegna «Sudpuglia» (1986-1993) e «Titivillus» (1991-1992), e diresse «On
Board» (1990). Organizzò due edizioni di una mostra mercato di poesia pugliese,
dal titolo: “Al banco di Caffè Greco”, e poi due mostre-letture, di
cui la prima fu su James Joyce e Raymond Queneau e la seconda sullo Scrap,
gioco di scrittura con scarti tipografici. Allestì poi, con la collaborazione
di Raffaele Nigro, un dramma radiofonico alla Rai di Bari tratto dal suo Il
fabbricante d’armonia, nel maggio 1985.
Curò
tutte le attività legate al Centro Culturale Pensionante de’ Saraceni e le
collane:
I quaderni del Pensionante (1983-1987); Spagine. Scrittura Infinita (1991); Compact
Type. Nuova Narrativa (1990); Diapositive. Scritture per gli schermi (1990); Mail
Fiction (1991), con la collaborazione di Francesco Saverio Dòdaro; Abitudini.
Cartelle d’autore (1988-1990).
Contribuì
con il suo apporto alla collana de I Mascheroni (1990-1992) di “Media 2000”. Un
progetto a cui teneva particolarmente vide la luce nel 1992: Ballyhoo-Litterature,
ovvero Il Declaro. Il libro che nell’idea di Verri potesse
contenere il suo mondo, una sorta di personale libro infinito.
A
Cursi, nel leccese, fu istituito il “Fondo internazionale contemporaneo
Pensionante de’ Saraceni”, un’eccentrica e preziosa biblioteca composta da
oltre tremila tra volumi, riviste, manoscritti, cataloghi, spartiti e
audiovisivi. Morì in un incidente d’auto nel maggio 1993.
Le opere: Il pane sotto la neve, 1983 – riedito nel 2003 da Kurumuny; Il fabbricante d’armonia: Antonio Galateo, 1985 – riedito nel 2004 da Kurumuny; La cultura dei tao, 1986 (nel catalogo della mostra fotografica “La cultura contadina”); La Betissa, 1987 – riedito nel 2005 da Kurumuny; I trofei della città di Guisnes, 1988 – riedito nel 2005 da Abramo editore Ballyhoo Ballyhoo; Pensionante de’ Saraceni, 1990; E per cuore una grossa vocale, 1990; Il naviglio innocente, 1990; Bucherer l’orologiaio, 1995 (postumo).
L’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”, con sede a Rovereto (TN), nasce dall’intento di fare cultura promuovendo il confronto interdisciplinare, la relazione tra territori, il dialogo delle alterità. Ha realizzato numerose manifestazioni, tra cui, Sapere e futuro, Prospettive dell’identità, Storie di genere, Agorà Forum & Sounds, Mondi pluriversi, Come nasce un’opera, Resistenza e resilienza, Meditazione e comunità, Mondi senza frontiere, Mondi diversi, Scrittura e impegno civile. Incubatore di nuove creatività, supporta compositori e interpreti con iniziative ad alto tasso di innovazione, come nel caso degli ensemble Agorart e MP Saxophone Quartet. Realizza pubblicazioni con gli editori Armando e Castelvecchi.
Agorart ensemble – nella formazione con Davide Baldo al flauto, Emanuele Dalmaso al clarinetto, Mattia Grott al sax e Cosimo Colazzo al pianoforte – sarà protagonista di un concerto per il festival di Sonata Island a Trento, “Ai confini e oltre 2023”, mercoledì 1 novembre alle 20.45 alla Sala della Fondazione Caritro. Un programma ricco di proposte e novità quello di Agorart ensemble, che mette a fuoco incroci e suggestioni, lungo il ‘900 e oggi, tra jazz e classica.
Di sicuro fascino le trascrizioni, per mano di Daniele Grott, di partiture del ‘900 che hanno esplorato queste terre di confine, tradotte dal pianoforte per l’organico del quartetto. Dalle “Pittoresken” di Ervin Schulhoff, che riprendono le movenze di quel jazz che raggiungeva l’Europa nei primi decenni del ‘900, a “Piano rag music” di Stravinsky che mette in campo tutto la sua propensione per poliritmi e il montaggio spiazzante.
Dopo le trascrizioni da Schulhoff e Stravinsikij, un brano di Mattia Grott, composto quest’anno, dal titolo “Trio Galante”, leggero e ironico nel suo elegante dipanarsi. Infine, una nuova composizione del 2023 di Cosimo Colazzo, “Trittico del volo fratto e piano”, che realizza vitalissime testure poliritmiche, mentre al suo centro apre distese di stati sonori sottratti e incantati.
Ervin Schulhoff (trascrizione di Daniele Grott) – Pittoresken (1919) per flauto, clarinetto, sax e pianoforte (I-II-III-IV-V)
Igor Stravinskij (trascrizione di Daniele Grott) – Piano Rag Music (1919) per flauto, clarinetto, sax e pianoforte
Mattia Grott – Trio Galante (2023) per flauto, clarinetto, sax
Cosimo Colazzo – Trittico del volo fratto e piano (2023) per flauto, clarinetto, sax (Volo di stringhe – Uno spazio nel mezzo – Tarolabyrinthe IV)
Agorart Ensemble è un ensemble dedito alla musica contemporanea sorto nell’incubatore/aggregatore Associazione Culturale “Piazza del Mondo”, che raccoglie musicisti con rilevanti esperienze nel campo, distinti inoltre da versatilità, flessibilità, interlocuzione con sperimentazioni aperte e sfidanti. Numerose sono le prime esecuzioni assolute presentate in pubblico, di nuove opere di compositori che hanno scritto lavori appositamente per l’Associazione Culturale “Piazza del Mondo” e per l’ensemble, quali Agostini, Aralla, Bombardelli, Bosco, Camarero, Colazzo, Colombo Taccani, De Sanctis De Benedictis, Quintero, Rolli, e diversi altri. Ha tenuto concerti in Italia e in Spagna collaborando con il festival Encuentros Sonoros di Siviglia e con l’ensemble Taller Sonoro, con Conservatorio e Università di Siviglia.
Un concerto che mette insieme dimensione elettronica e acustica dell’esecuzione musicale. Dove gli interpreti, duttili, passano da uno strumento all’altro e si fanno spazio e margine di rapporti. Interfacce variabili, l’umano e le macchine strumentali e elettroniche in un dialogo creativo. Un concerto organizzato dall’Associazione Culturale Piazza del Mondo, con Agorart ensemble, alla Sala della Fondazione CARITRO a Rovereto, domenica 29 ottobre alle ore 11.
Un concerto dal titolo “Elettronico Acustico” mette insieme nuove
macchine elettroniche capaci di esplorare e estendere il suono in possibilità
inedite e strumenti musicali acustici. Organizzato dall’Associazione Culturale
Piazza del Mondo, il concerto vede protagonista Agorart ensemble – nell’organico
con Davide Baldo ai flauti, Emanuele Dalmaso a clarinetti e sax, Mattia Grott a
sax e elettronica – domenica 29 ottobre alle ore 11 alla Sala della Fondazione CARITRO
di Rovereto.
Le due dimensioni, quella elettronica e quella acustica, si mettono in
dialogo esplorando nuove possibilità. L’elettronica, da una parte, con la sua
propensione a sperimentalmente e indagare la materia sonora, estendendo
continuamente i suoi limiti; e la dimensione acustico-strumentale dall’altra,
modellata dall’uomo, dai suoi limiti e dalle sue condizioni.Gli interpreti
passano da uno strumento all’altro e si fanno spazio e margine di rapporti. Diventano
interfacce variabili di un dialogo creativo.
Nel concerto – con musiche di Antonio Agostini (due prime assolute), Nicola Sani, Andrea Nicoli – viene in evidenza la ricerca di un flusso di possibilità che persegue un’esplorazione sonora e musicale ricca, partecipe, che si incarna in un’esperienza operativa diretta e concreta della musica.
L’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”, con sede a Rovereto (TN), nasce dall’intento di fare cultura promuovendo il confronto interdisciplinare, la relazione tra territori diversi, il dialogo delle alterità. Dalla sua nascita, nel 2016, ha realizzato numerose manifestazioni, tra cui, Sapere e futuro, Prospettive dell’identità, Storie di genere, Agorà Forum & Sounds, Mondi pluriversi, Come nasce un’opera, Resistenza e resilienza, Meditazione e comunità, Mondi senza frontiere, Mondi diversi, Scrittura e impegno civile. Incubatore di nuove creatività, supporta compositori e interpreti con iniziative ad alto tasso di innovazione, come nel caso degli ensemble Agorart e MP Saxophone Quartet. Realizza pubblicazioni in collaborazione con gli editori Armando e Castelvecchi.
In questa nostra epoca caratterizzata, da un lato dalla globalizzazione, dall’altro dalle diversità, l'Associazione Culturale Piazza del Mondo, con le sue attività, propone un dialogo aperto del polo scientifico e di quello umanistico, entrambi declinati nell’ampio spettro delle rispettive possibilità