Piazza del Mondo e MotoContrario ensemble a Dublino

19 Marzo 2017
7:00 pma9:00 pm

Dublino è la sede di un’importante produzione cui co-partecipano l’Associazione culturale Piazza del Mondo e l’Associazione Culturale MotoContrario (entrambe con sede a Trento), voluta dal Trinity College di Dublino con il suo Trinity Centre for Literary Translation, supportata da Ambasciata d’Italia a Dublino, Istituto Italiano di Cultura, Associazione Sardi Celtici.

Si tratta del concerto che si terrà domenica 19 marzo alle ore 19, alla Dublin Unitarian Church, protagonisti la voce di Francesca Placanica – cantante e ricercatrice attualmente alla Maynooth University in Irlanda – e il MotoContrario ensemble qui nella formazione con Emanuele Dalmaso ai sassofoni, Andrea Mattevi alla viola, Cosimo Colazzo al pianoforte.

Il soprano Francesca Placanica

Il programma è incentrato interamente su musiche nuove di Cosimo Colazzo, dalla prima assoluta di Eresie fragili ponti III (2015/2017, con un testo di Luigi Reitani), alle prime irlandesi di Tenzone (2016) e di Les dés des ordres (2016/2017)  entrambe su testi di Emilio Villa. Chiuderà il concerto un’improvvisazione poetica e musicale, con il poeta Alberto Masala e il MotoContrario ensemble.

Alberto Masala, poeta e performer

Il concerto ,molto atteso, apre un Convegno internazionale (organizzato dal Trinity College di Dublino) dedicato al tema della traduzione – “Untranslatability in Literature and Philosophy” – come spazio delle lingue che è transito segnato sempre anche dal probabile, dal tradimento, forse dall’impossibilità.

Il tema della traduzione è al centro del concerto. In Eresie fragili ponti III – che tratta musicalmente un testo di Luigi Reitani sulla traduzione, che non è semplice passaggio ma comporta “una fedeltà nel tradire” – il compositore interviene sull’ordine del testo originale, che viene ripensato (proprio attraverso il progetto musicale) in un’ideale polifonia testuale che ha generato ramificazioni, connessioni e associazioni altre, reso evidenti latenti richiami, o scosso l’originale, allentando le catene prime dei rapporti. Ulteriori tradimenti, quindi, derive, eresie.

Il compositore Cosimo Colazzo

Gli altri due brani di Cosimo Colazzo nel programma sono legati alla poesia di Emilio Villa (1914-2003), che è stato un poeta multiforme, un funambolo della parola, che sezionava e ricomponeva attraversando le lingue nel gusto di innesti e associazioni sorprendenti.  La scrittura per Villa è in uno stato di fluida prossimità con la voce, con la phonè. È corpo: il senso della materialità della lingua, che è soprattutto suono e voce, anche quando è scrittura (non a caso se ne interessò Carmelo Bene). Villa ha praticato costantemente un suo  nomadismo culturale – oltre che esistenziale – che lo ha portato a navigare dentro vari spazi culturali, all’interno di saperi diversi: poesia, critica, arte, filologia, linguistica. Il gusto della parola lo porta ad approfondire le etimologie,  a seguire i rami delle trasformazioni verbali, di deviazioni e mutazioni, i passaggi attraverso le lingue. Seguendo questi percorsi prende forma la sua poesia fatta di complesse testure plurilinguistiche. 

Les dés des ordres (2017), nella nuova versione per voce recitante, sassofoni, viola e pianoforte, mette in musica una serie inedita di testi poetici (oggetto di studio della ricercatrice Bianca Battilocchi),  che propone al centro il concetto poetico dei tarocchi, con le evocazioni che esso suscita, del senso del labirinto e del chaos. La voce si esalta nella pluralità delle lingue (reali o reinnestate), l’ensemble strumentale elabora pattern in complesse stratificazioni poliritmiche, lavorando ossessivamente su stringhe, ripetizioni e varianti.

Irriverente è Tenzone (2016), per voce e pianoforte, dove la musica di Colazzo si esprime in sillabati serrati, dalle ritmiche complesse e sincopate, che impegnano in tenzone voce e pianoforte, e che danno musicalmente il senso di una lingua poetica che sborda e esplode graffiante e sarcastica.

Andrea Mattevi, violista, membro del MotoContrario ensemble
Emanuele Dalmaso, sassofonista, membro del MotoContrario ensemble

Chiude il concerto una improvvisazione musicale e poetica, con il poeta Alberto Masala – particolarmente attivo nello sperimentare il senso della poesia come parola vocale e suono, della poesia come performance creativa – e il MotoContrario ensemble. Un’immersione nel tempo eventuale dell’improvvisazione, dove moduli poetici e musicali potranno incontrarsi, suggerirsi stimoli, rincorrersi, emergere cambiati, cercare l’incontro, impregnarsi e fondersi, oppure scontrarsi, cercare di sopraffarsi. Un esperimento, una prova di traduzione anche in questo caso, di relazione e rapporto, tutto giocato nel senso del probabile, dove le scelte, pur maturate nell’esperienza, devono essere rapide, e sempre saranno tentativo e rischio.

 

 

Incontro con Maria Attanasio, autrice Sellerio, ‘biscrittora’ tra storia e poesia

3 Marzo 2017
10:30 ama12:15 pm

Nell’ambito  del denso programma di “Sapere e futuro”, manifestazione organizzata dall’Associazione culturale “Piazza del Mondo”, negli ultimi appuntamenti concentrato su aspetti di poesia storica e contemporanea, si propone l’appuntamento che consiste nell’incontro con una scrittrice  contemporanea di indubbio prestigio, punta di diamante della casa editrice Sellerio.

L’appuntamento  reca titolo Incontro con una biscrittora, tra storia e poesia,  e si svolge venerdì  3 marzo,  nell’Aula Magna dell’ Istituto Don Milani  di Rovereto,  alle 10.30.  Si tratta dell’incontro un con la poetessa e scrittrice Maria Attanasio,   Nel corso dell’incontro, moderato da Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), docente e saggista,  la biscrittora  calatina dialogherà con il pubblico presente.

In risonanza tematica con quanto realizzato con il concerto del giorno precedente, l’evento indaga le questioni della creatività poetica attraverso l’incontro con una scrittrice e una poetessa di riconosciuta sensibilità e di vasta cultura. Maria Attanasio parlerà della sua poetica, del problema della scrittura poetica e narrativa, del rapporto tra narrazione letteraria e Storia. La sua scrittura verticale e rastremata vuole condurre il lettore all’ascolto del mondo presente e degli echi di mondi passati. Leggere e costruire sono il DNA della creatività poetica e letteraria. La sua parola  si intride sempre di un messaggio sociale. Celebrata autrice Sellerio, le sue narrazioni storiche partono da storie vere, minute, che  evocano silenzi e lontananze, facendoli risuonare vivi vicino a e dentro di noi. I fatti sono sempre rispettati, secondo la grande lezione manzoniana,  ma si aprono altre letture possibili, itinerari alternativi. Il destino individuale interviene a cambiare la Storia e si consolida nella realtà delle singole storie. Ed ecco i suoi indimenticabili personaggi, sempre deboli ed emarginati ma immensi, che si muovono a cambiare la Storia, ribelli a una società ingiusta, cercandone e volendone una diversa, trovandola con coraggio e dignità.

Maria Attanasio è nata nel 1943 a Caltagirone dove vive e lavora. Poetessa e scrittrice soprattutto di narrativa storica è uno degli autori contemporanei di maggior valore nel catalogo della casa editrice Sellerio. Erede della grande lezione manzoniana impartita dalla Storia della colonna infame – giuntale anche grazie alla mediazione di Leonardo Sciascia -, Maria Attanasio arriva tardivamente alla narrativa dai lidi della poesia. Di qui la sua parola scavata, essenziale, mai ridondante.

Pic Paul Sharp/SHARPPIX

Giuliana Adamo, che modererà l’incontro, è uno dei critici più acuti della letteratura di Attanasio.

Attraverso le parole di Maria Attanasio il pubblico presente, soprattutto i giovani, saranno sollecitati a capire cosa significa la verità della poesia. Nulla di astratto e lontano, ma qualcosa che è parte costitutiva della nostra struttura antropologica: se è vero che dalla culla alla tomba – oltre il cibo e l’acqua necessari alla sopravvivenza -, tutti abbiamo bisogno di storie e di chi ce le racconta, spesso in forma di poesia.

E’ importante menzionare che il giorno successivo, sabato 4 marzo, Maria Attanasio sarà presente alla Sala Conferenze della Fondazione Caritro a Trento (V. Calepina 1), alle ore 10:00, per una tavola rotonda organizzata dall’Associazione Culturale MotoContrario nell’ambito del suo festival Contrasti (4.a edizione), in cui si parlerà di musica e poesia nell’incontro di compositori e poeti. Nei concerti che animeranno la giornata del festival saranno proposte anche nuove composizioni di cui una su testo di Maria Attanasio (dalla sua raccolta poetica Blu della cancellazione).

Maria Attanasio è autrice di cinque collezioni di poesia e di sei opere narrative. Tra le raccolte poetiche: Interni (1979), Nero barocco nero (1985), Eros e mente (1996), Amnesia del movimento delle nuvole (2003), Del rosso e nero verso (2007), Blu della cancellazione (2016). Per la narrativa ha dato alle stampe: Correva l’anno 1698 e nella città avvenne il fatto memorabile (1994), Di Concetta e le sue donne (1999), Il falsario di Caltagirone (2007), Il condominio di Via della Notte (2013). Tra i suoi racconti: Piccole cronache di un secolo (1998), Dall’Atlantico gli Appenini (2008), Della città d’argilla (2012).

Un’occasione speciale e da non perdere. L’appuntamento è   parte della serie Sapere e Futuro, incontri tra Scienza e Umanesimo, organizzata e promossa per il 2016-2017 dalla neonata associazione culturale Piazza del Mondo, presieduta dalla professoressa Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), con sede a Trento,  inaugurata lo scorso 4 novembre con Vittore Bocchetta (classe 1918), uno degli ultimi sopravvissuti all’inferno nazista; proseguita il 2 dicembre, sempre al MUSE, con il neuroscienziato Gianluigi Gessa (e in parallelo un concerto di Andrea Mattevi e Emanuele Dalmaso, con musiche contemporanee);  quindi il 16 dicembre, al liceo Rosmini di Rovereto, con lo storico Mario Isnenghi (in parallelo il concerto pianistico di Cosimo Colazzo con musiche di autori che vissero la guerra, al fronte o nell’impegno civile dentro le società di appartenenza); e ancora il 20 gennaio, al Muse, con il fisico Eugenio Coccia tra gli scopritori delle onde gravitazionali; seguito il 24 febbraio dalle riflessioni sui pregiudizi dell’antigiudaismo discussi da Giuliana Adamo e Ugo Morelli e il 1 marzo dalle riflessioni sul Canzoniere petrarchesco da parte di Giorgio Ficara (con il concerto del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio di musiche del ‘500 su testi di Petrarca), e – evento della giornata di ieri – il concerto con un’opera musicale nuova (di Cosimo Colazzo) in prima esecuzione dedicata ai testi poetici sperimentali di Emilio Villa. La manifestazione  – realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e di Rovereto e della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige; alla  collaborazione con l’Associazione Culturale MotoContrario, il MUSE, l’Associazione filarmonica di Rovereto, la Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto;  e al patrocinio del Comune di Rovereto, del Museo Storico Italiano della Guerra e dell’Accademia Roveretana degli Agiati, media partner Corriere del Trentino – ha come obiettivo quello di divulgare il sapere, offrire spunti, intessere relazioni, soprattutto a vantaggio del futuro dei giovani,  grazie all’intervento di studiosi ed esperti delle discipline più diverse.

Un’opera musicale nuova in prima esecuzione (di Cosimo Colazzo) dedicata a testi di Emilio Villa. Alla Sala Filarmonica di Rovereto

2 Marzo 2017
8:30 pma10:00 pm

Continua il denso programma di appuntamenti della rassegna “Sapere e futuro” organizzata dall’Associazione culturale “Piazza del Mondo”, in questo periodo particolarmente concentrata sui rapporti di musica e poesia, nel mentre propone un ponte che dall’antico raggiunge il contemporaneo.

Mercoledì 1 marzo, tra mattina e pomeriggio,  è stata la volta di Petrarca indagato da un grande storico della letteratura come Giorgio Ficara, e in parallelo il concerto del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio, della Scuola di Canto Rinascimentale e Barocco del Conservatorio con il Bonporti Antiqua Ensemble, impegnati su un programma di autori del ‘500 che hanno musicato i versi di Petrarca.

Si prosegue ora sul versante del contemporaneo poetico e musicale.

Giovedì 2 marzo  alla Sala Filarmonica di Rovereto, alle 20.30, è la volta di un’opera musicale vasta  del  compositore Cosimo Colazzo  dal titolo Les dès des ordres dedicata alla poesia sperimentale di Emilio Villa. L’opera  propone già nel titolo il senso che testo e musica vogliono condividere, del caso come fattore, nel contempo, di decostruzione e costruzione.

Emilio Villa (1914-2003), è stato un poeta multiforme, un funambolo della parola, che sezionava e ricomponeva attraversando le lingue nel gusto di associazioni e derive.  La scrittura per Villa è in uno stato di fluida prossimità con la voce, con la phonè. È corpo: il senso della materialità e del corpo della lingua, in quanto voce, anche quando è scrittura (non a caso se ne interessò Carmelo Bene). Come rileva Aldo Tagliaferri – “è stato uno dei maggiori rappresentanti della cultura europea del Secondo Novecento. Occupa una posizione centrale e addirittura unica, se teniamo conto della vastità dei suoi interessi e dei suoi rapporti con artisti di massimo rilievo”. La figura e l’opera di Villa stentano ancora oggi ad affrancarsi da quella “clandestinità” che, del resto, è stata programmaticamente perseguita dallo stesso Villa, interprete di una “avanguardia permanente”. Contro ogni accomodamento istituzionale, Villa ha praticato il rifiuto del domicilio – in movimenti, gruppi, tendenze – contro  ogni accademia. Da qui anche il suo nomadismo culturale – oltre che esistenziale – che lo ha portato a navigare dentro vari spazi culturali, all’interno di saperi diversi: poesia, critica, arte, filologia, linguistica. Il gusto della parola lo porta ad approfondire le etimologie,  a seguire i rami delle trasformazioni verbali, di deviazioni e mutazioni, i passaggi attraverso le lingue. Seguendo questi percorsi prende forma la sua poesia fatta di complesse testure plurilinguistiche. 

Sono due le opere musicali di Cosimo Colazzo in programma, entrambe in prima assoluta. Les dès des ordres (2015/2017), nella nuova versione per voce recitante, sassofoni, viola e pianoforte, mette in musica una serie inedita di testi poetici (oggetto di studio della ricercatrice Bianca Battilocchi),  che propone al centro il concetto poetico dei tarocchi, con le evocazioni che esso suscita, del senso del labirinto e del chaos.

Il testo è interpretato e cantato da una voce di baritono (il grande Roberto Abbondanza, specializzato nel repertorio contemporaneo e in quello antico), in combinazione con un ensemble strumentale a geometrie variabili (nell’interpretazione del MotoContrario ensemble, che si presenta nella formazione con Emanuele Dalmaso ai sassofoni, Andrea Mattevi alla viola, Cosimo Colazzo al pianoforte).

La musica si muove nel senso della performance labirintica. La voce si esalta nella pluralità delle lingue (reali o reinnestate), l’ensemble strumentale elabora pattern in complesse stratificazioni poliritmiche, lavorando ossessivamente su stringhe, ripetizioni e varianti.

Irriverente è Tenzone (2016), per voce (baritono) e pianoforte, dove la musica di Colazzo si esprime in sillabati serrati, dalle ritmiche complesse e sincopate, che impegnano in tenzone voce e pianoforte, e che danno musicalmente il senso di una lingua poetica che sborda e esplode graffiante e sarcastica.

Un’occasione speciale e da non perdere. L’appuntamento è   parte della serie Sapere e Futuro, incontri tra Scienza e Umanesimo, organizzata e promossa per il 2016-2017 dalla neonata associazione culturale Piazza del Mondo, presieduta dalla professoressa Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), con sede a Trento,  inaugurata lo scorso 4 novembre con Vittore Bocchetta (classe 1918), uno degli ultimi sopravvissuti all’inferno nazista; proseguita il 2 dicembre, sempre al MUSE, con il neuroscienziato Gianluigi Gessa (e in parallelo un concerto di Andrea Mattevi e Emanuele Dalmaso, con musiche contemporanee);  quindi il 16 dicembre, al liceo Rosmini di Rovereto, con lo storico Mario Isnenghi (in parallelo il concerto pianistico di Cosimo Colazzo con musiche di autori che vissero la guerra, al fronte o nell’impegno civile dentro le società di appartenenza); e ancora il 20 gennaio, al Muse, con il fisico Eugenio Coccia tra gli scopritori delle onde gravitazionali; seguito il 24 febbraio dalle riflessioni sui pregiudizi dell’antigiudaismo discussi da Giuliana Adamo e Ugo Morelli e il 1 marzo dalle riflessioni sul Canzoniere petrarchesco da parte di Giorgio Ficara (con il concerto del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio di musiche del ‘500 su testi di Petrarca). La manifestazione  – realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e di Rovereto e della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige; alla  collaborazione con l’Associazione Culturale MotoContrario, il MUSE, l’Associazione filarmonica di Rovereto, la Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto;  e al patrocinio del Comune di Rovereto, del Museo Storico Italiano della Guerra e dell’Accademia Roveretana degli Agiati, media partner Corriere del Trentino – ha come obiettivo quello di divulgare il sapere, offrire spunti, intessere relazioni, soprattutto a vantaggio del futuro dei giovani,  grazie all’intervento di studiosi ed esperti delle discipline più diverse.

Concerto di musica vocale rinascimentale su testi dal Canzoniere di Petrarca a cura del Dipartimento di musica antica del Conservatorio di Trento con Bonporti Antiqua Ensemble, Scuola di Canto Rinascimentale e Barocco del Conservatorio

1 Marzo 2017
8:30 pma10:00 pm

In risonanza tematica con l’appuntamento del mattino in cui Giorgio Ficara, docente di Storia della letteratura italiana all’Università di Torino ha trattato del Canzoniere di Petrarca, è il concerto serale, che si tiene nello stesso giorno di mercoledì 1 marzo, alle ore 20:30, nella bellissima Sala Filarmonica di Rovereto,.   Il concerto consiste di musica vocale rinascimentale su testi di Petrarca ed è   realizzato dal  Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio Bonporti di Trento, coordinato da   Roberto Gianotti,  con il BonportiAntiquaEnsemble e la  Scuola di Canto Rinascimentale Barocco del Conservatorio  (docente   Lia Serafini)

Il concerto è dedicato a musiche di compositori di epoca rinascimentale che hanno utilizzato per le loro opere testi di Petrarca. Il concerto si avvia con autori dell’inizio del XVI secolo come Philippe de Verdelot – francese, ma fiorentino e mediceo d’adozione -, che mette in musica la canzone politica Italia mia, e Bartolomeo Tromboncino, dedito, con le sue frottole, a più intimi e incantati testi (quasi a contrato con una vita, come la sua, che fu, invece, turbolenta). Si procede con la seconda parte del secolo, e con autori quali Claudio Monteverdi, che riesce a saldare la sua prospettiva di vibratile nuova espressività a una poesia che respira il senso dell’individuo moderno; Alessandro Piccinini, autore soprattutto di musica strumentale per il liuto, di cui in programma è una canzona per tre liuti; e Luca Marenzio, già proiettato verso uno stile nuovo, che ricerca un rapporto nuovo con il testo, in ciò sospinto dall’utilizzo della poesia di Petrarca, che sente come radicalmente innovativa, in accordo con la proiezione della sua musica.

L’appuntamento rientra nella serie Sapere e Futuro, incontri tra Scienza e Umanesimo, organizzata e promossa per il 2016-2017 dalla neonata associazione culturale Piazza del Mondo, presieduta dalla professoressa Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), con sede a Trento,  inaugurata lo scorso 4 novembre con Vittore Bocchetta (classe 1918), uno degli ultimi sopravvissuti all’inferno nazista; proseguita il 2 dicembre, sempre al MUSE, con il neuroscienziato Gianluigi Gessa (e un concerto di musiche contemporanee, viola e sassofono, con Andrea Mattevi e Emanuele Dalmaso);  quindi il 16 dicembre, al liceo Rosmini di Rovereto, con lo storico Mario Isnenghi (e un concerto dedicato a musica e Grande Guerra tenuto dal pianista Cosimo Colazzo); e ancora il 20 gennaio, al Muse, con il fisico Eugenio Coccia tra gli scopritori delle onde gravitazionali; seguito il 24 febbraio dalle riflessioni sui pregiudizi dell’antigiudaismo discussi da Giuliana Adamo e Ugo Morelli (con in parallelo un concerto sax e pianoforte con musiche di autori ebrei perseguitati, sax Emanuele Dalmaso e pianoforte Cosimo Colazzo).

La manifestazione  – realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e di Rovereto e della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige; alla  collaborazione con l’Associazione Culturale MotoContrario, il MUSE, l’Associazione filarmonica di Rovereto, la Bibliteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto;  e al patrocinio del Comune di Rovereto, del Museo Storico Italiano della Guerra e dell’Accademia Roveretana degli Agiati; media partner Corriere del Trentino – ha come obiettivo quello di divulgare il sapere, offrire spunti, intessere relazioni, soprattutto a vantaggio del futuro dei giovani,  grazie all’intervento di studiosi ed esperti delle discipline più diverse.

Un incontro culturale sul Canzoniere di Petrarca a cura di Giorgio Ficara, celebrato critico letterario e docente all’Università di Torino

1 Marzo 2017
10:45 ama12:15 pm

Mercoledì  1 marzo 2017,  nell’Aula Magna del Liceo Rosmini di Rovereto,  alle 10.45 il professor Giorgio Ficara (Università di Torino), offrirà al pubblico una lezione sul Canzoniere di Francesco Petrarca. L’appuntamento del mattino sarà seguito nella sera dello stesso giorno, alle ore 20.30,  nella bellissima Sala Filarmonica sempre a Rovereto,  da un concerto di Musica Vocale Rinascimentale su testi di Petrarca, reso possibile grazie al Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio Bonporti di Trento, coordinato da   Roberto Gianotti,  con il BonportiAntiquaEnsemble e la  Scuola di Canto Rinascimentale Barocco del Conservatorio  (docente  Lia Serafini).

Gli appuntamenti rientrano nella serie Sapere e Futuro, incontri tra Scienza e Umanesimo, organizzata e promossa per il 2016-2017 dalla neonata associazione culturale Piazza del Mondo, presieduta dalla professoressa Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), con sede a Trento,  inaugurata lo scorso 4 novembre con Vittore Bocchetta (classe 1918), uno degli ultimi sopravvissuti all’inferno nazista; proseguita il 2 dicembre, sempre al MUSE, con il neuroscienziato Gianluigi Gessa (e un concerto di musiche contemporanee, viola e sassofono, con Andrea Mattevi e Emanuele Dalmaso);  quindi il 16 dicembre, al liceo Rosmini di Rovereto, con lo storico Mario Isnenghi (e un concerto dedicato a musica e Grande Guerra tenuto dal pianista Cosimo Colazzo); e ancora il 20 gennaio, al Muse, con il fisico Eugenio Coccia tra gli scopritori delle onde gravitazionali; seguito il 24 febbraio dalle riflessioni sui pregiudizi dell’antigiudaismo discussi da Giuliana Adamo e Ugo Morelli (con in parallelo un concerto sax e pianoforte con musiche di autori ebrei perseguitati, sax Emanuele Dalmaso e pianoforte Cosimo Colazzo).

La manifestazione  – realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e di Rovereto e della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige; alla  collaborazione con l’Associazione Culturale MotoContrario, il MUSE, l’Associazione filarmonica di Rovereto, la Bibliteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto;  e al patrocinio del Comune di Rovereto, del Museo Storico Italiano della Guerra e dell’Accademia Roveretana degli Agiati; media partner Corriere del Trentino – ha come obiettivo quello di divulgare il sapere, offrire spunti, intessere relazioni, soprattutto a vantaggio del futuro dei giovani,  grazie all’intervento di studiosi ed esperti delle discipline più diverse.

Il professor Ficara parlerà dell’importanza, della modernità, della bellezza di un testo, il Canzoniere petrarchesco, che assomma la migliore tradizione dell’umanesimo classico (Seneca, Cicerone) alla nuova emergenza della coscienza individuale che è il tratto rivoluzionario di una poesia di “sublime armonia” (Contini) che ha incantato per secoli, in Italia e in tutto l’Occidente, e incanta ancora.

Giorgio Ficara, scrittore, saggista, è professore di Letteratura Italiana all’Università di Torino. Ha insegnato negli Stati Uniti a UCLA, a Stanford e alla Columbia University. Tra i suoi libri: Solitudini (1993), Il punto di vista della natura. Saggio su Leopardi (1996), Casanova e la malinconia (1999), Stile Novecento (2007), Riviera (2010), Montale sentimentale (2012), Lettere non italiane (2016). Ha vinto il Premio Cardarelli per la Critica Letteraria e nel 2011 il Premio per la Saggistica dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Collabora con riviste e testate  importanti tra cui «Lettere italiane» e «Il Sole 24 ore».

Concerto di Emanuele Dalmaso e Cosimo Colazzo con musiche di autori ebrei perseguitati, ridotti in campo di concentramento o costretti al dispatrio

25 Febbraio 2017
8:30 pma10:00 pm

Riflettere, ricordare, indagare e discutere sul tema dell’antigiudaismo:  lo si può fare anche in musica  proponendo le opere di autori ebrei, nati, cresciuti, formatisi  in Europa  che  sono stati perseguitati  per le loro origini:  differenze culturali e di religione  sono diventate, nel loro caso, leve per politiche di violenta pulizia  etnica.

E’ quanto fa il concerto che propone il duo composto da Emanuele Dalmaso (sassofono) e Cosimo  Colazzo, in programma nell’ambito della rassegna “Sapere e futuro” organizzata dall’Associazione culturale “Piazza del Mondo”,  sabato 25 febbraio alle ore 20.30 alla Sala Filarmonica di Rovereto.

Già il giorno precedente (venerdì 24 febbraio) si è parlato di antigiudaismo in un incontro culturale  tenuto al mattino (ore 10.30) presso l’Aula Magna del Liceo Vittoria e nel pomeriggio (alle 17) presso la Biblioteca Civica di Rovereto, con Giuliana Adamo docente presso il Trinity College di Dublino e Ugo Morelli professore all’Università di Bergamo.

Il concerto del Duo Dalmaso-Colazzo (sabato 25 febbraio, Rovereto, ore 20.30, Sala Filarmonica)  indaga il tema dell’antigiudaismo attraverso la musica e le  opere di autori ebrei perseguitati dal nazismo, deportati e uccisi, o costretti alla fuga e all’esilio. Significativamente reca il titolo “La cenere e i dispersi” a ricordare quanti furono soppressi, resi cenere dispersa agli elementi, o privati di ogni diritto di cittadinanza, costretti alla fuga, al dispatrio, all’esilio per evitare una fine segnata. Si va da Erwin Schulhoff, che, ebreo di idee comuniste, fu internato in un campo di concentramento in Germania, dove morì presto di stenti e malattia; a Paul Dessau, che riparò negli Stati Uniti, per poi, nel dopoguerra rientrare in Germania, nella Germania dell’Est orbitante intorno all’Unione Sovietica, e qui compositore di punta anche per la collaborazione con Bertolt Brecht; da Darius Milhaud, che, di cultura ebraica, compositore assai noto, lascia la Francia occupata per trovare ospitalità negli Stati Uniti (come altri intellettuali, studiosi, artisti, scienziati provenienti dall’Europa); a Bernhard Heiden (in origine dal cognome Levi) che negli Stati Uniti troverà stabile riparo insegnando composizione all’Indiana University; al caso di Paul Ben-Haim (nato Paul Frankenburger), di cultura tedesca, che, probabilmente prefigurando l’apocalisse, lasciò la Germania nel 1933, per coltivare l’idea e il sogno dello stato ebraico in Palestina.

I due eventi in programma dedicati al tema dell’antigiudaismo – incontro culturale e concerto – rientrano nella serie Sapere e Futuro, incontri tra Scienza e Umanesimo, organizzata e promossa per il 2016-2017 dalla neonata associazione culturale Piazza del Mondo, presieduta dalla professoressa Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), con sede a Trento,  inaugurata lo scorso 4 novembre con Vittore Bocchetta (classe 1918), uno degli ultimi sopravvissuti all’inferno nazista; proseguita il 2 dicembre, sempre al MUSE, con il neuroscienziato Gianluigi Gessa;  quindi il 16 dicembre, al liceo Rosmini di Rovereto, con lo storico Mario Isnenghi; e ancora il 20 gennaio, al Muse, con il fisico Eugenio Coccia che ha incantato la platea con le onde gravitazionali. La manifestazione  – realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e di Rovereto e della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige; alla  collaborazione con l’Associazione Culturale MotoContrario, il MUSE, l’Associazione filarmonica di Rovereto, la Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto;  e al patrocinio del Comune di Rovereto, del Museo Storico Italiano della Guerra e dell’Accademia Roveretana degli Agiati; media partner Corriere del Trentino – ha come obiettivo quello di divulgare il sapere, offrire spunti, intessere relazioni, soprattutto a vantaggio del futuro dei giovani,  grazie all’intervento di studiosi ed esperti delle discipline più diverse.

L’ingresso agli eventi di Sapere e futuro (incontri culturali e concerti) è libero

Gli interpreti del concerto

Emanuele Dalmaso, sassofonista

Emanuele Dalmaso si è diplomato in Saxofono al Conservatorio di Musica di Trento con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore. Risulta attualmente attivo sia come didatta che come interprete. All’attività stabile di insegnamento presso la Scuola Musicale ‘Il Diapason’ di Trento, affianca interventi in altre prestigiose istituzioni (seminari sulle tecniche contemporanee per il sassofono al Conservatorio di musica di Trento, masterclass di Sassofono per l’Accademia estiva internazionale di Lasino). Come musicista, risulta particolarmente attivo nel campo della musica contemporanea: ha avuto modo di eseguire molte opere di compositori di caratura internazionale (C. Colazzo, M. Graziani, A. Ghidoni, G. Klauer, F.M. Quintero…) in prima assoluta sia come solista che come membro del MotoContrario Ensemble. Membro del Duo ‘To B.E. 2’, saxofono e live electronics, per cui collabora con Raul Masu, ha recentemente pubblicato il CD ‘UP’ per l’etichetta Liarss, e membro di MotoContrario, collettivo di interpreti e compositori che ha come obbiettivo la diffusione e l’approfondimento di tematiche relative al panorama musicale contemporaneo e novecentesco, Emanuele Dalmaso suona ance sintetiche Légère. 

Cosimo Colazzo, compositore e pianista

Cosimo Colazzo, nato a Melpignano (Lecce) nel 1964, compositore, pianista, direttore d’orchestra, è autore di una vasta produzione, premiato in concorsi nazionali e internazionali. La sua musica è stata eseguita in vari paesi europei, negli Stati Uniti, in America Latina, in Giappone, ed è pubblicata da Rai Trade – Contemporary. Sue opere sono state premiate in Concorsi nazionali e internazionali di composizione. Come pianista ha tenuto concerti in Italia, in vari paesi europei, negli Stati Uniti, impegnato sulle letterature del ‘900 e contemporanee. È membro dell’équipe di ricerca del CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical, della Universidade Nova di Lisbona ed autore di saggi e volumi pubblicati in Italia e all’estero. Attualmente è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento. Dello stesso Conservatorio è stato direttore dal 2005 al 2011. È  Faculty Member e artist in residence, a partire dal 2012, presso la Italian School del Middlebury College, negli Stati Uniti.

Un incontro culturale sul tema dell’antigiudaismo con i professori Giuliana Adamo (Trinity College Dublin) e Ugo Morelli (Università di Bergamo)

24 Febbraio 2017
10:30 ama12:00 pm
5:00 pma6:30 pm

Per “Sapere e futuro”, manifestazione organizzata dall’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”, che da novembre dell’anno scorso dispiega il suo programma articolato tra incontri di studio e concerti, è la volta di una coppia di eventi su un tema problematico e spinoso che attraversa l’Occidente carsicamente. Si parla di antigiudaismo in un incontro culturale (in programma venerdì 24 febbraio, al mattino all’Aula Magna del Liceo Vittoria a Trento, e nel pomeriggio alla Biblioteca Civica di Rovereto); mentre un concerto (in programma sabato 25 febbraio alle ore 20.30 alla Sala Filarmonica di Rovereto) presenta musiche di autori ebrei perseguitati, che hanno trovato la morte in campo di concentramento o sono fuggiti, costretti al dispatrio.

Ci soffermiamo qui sull’incontro culturale che si tiene Venerdì 24 febbraio  e si presenta in due differenti declinazioni:  al mattino, alle 10.30, nell’Aula Magna del Liceo Vittoria  di Trento, rivolto elettivamente all’ambiente scolastico, a studenti e professori,  e poi, nel pomeriggio dello stesso giorno,  alla Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto, per un pubblico più vario e articolato. In entrambi casi l’incontro è guidato da due studiosi riconosciuti rispetto al tema: Giuliana Adamo (docente al Trinity College Dublin) e Ugo Morelli (professore all’Università di Bergamo).

I due studiosi dialogheranno sul tema cruciale dell’antisemitismo.L’occasione di questo incontro nasce dalla recente pubblicazione in Italia della traduzione di un testo americano che sta facendo molto discutere oltreoceano e in Europa: Antigiudaismo. La tradizione occidentale (dello storico David Nirenberg, 2013), tradotto da Paolo Cherchi e Giuliana Adamo e uscito da Viella nel 2016. Si tratta di una sofferta, affascinante e inquietante ricostruzione di oltre due millenni di storia, che privilegia la continuità delle idee e delle pratiche antigiudaiche rispetto alle fasi di rottura. Un grande affresco, dalle origini ad oggi, della parabola d’odio contro gli ebrei che, per Nirenberg, è componente costitutiva del pensiero occidentale.

Ugo Morelli, professore presso l’Università di Bergamo

Giuliana Adamo e Ugo Morelli dialogheranno sui temi trattati nel libro di Nirenberg – che vanno dagli antichi Egizi alla Shoa, passando per San Paolo, Shakespeare, Voltaire, Marx (tra i tanti)  – e  sui problemi che essi suscitano tutt’oggi: a molti dei quali non c’è (forse) risposta. Un viaggio sul perché e sul come del farsi della nostra identità occidentale e dei suoi falsi miti.
Un incontro che invita alla riflessione per vincere i pregiudizi che oggi, come sempre, ci assediano e avviliscono anche e soprattutto (e questo è gravissimo) a nostra insaputa. Un’occasione da non perdere nel nostro tempo problematico in cui tutti siamo chiamati a dire no ad ogni tipo di indifferenza.

Ricordiamo quanto accadrà il  giorno successivo, sabato 25 febbraio, sempre nell’ambito della rassegna “Sapere e futuro”, in risonanza tematica con quanto trattato nell’incontro culturale, alla Sala Filarmonica di Rovereto, alle 20.30, un concerto dal titolo “La cenere e i dispersi”, tenuto dal duo Emanuele Dalmaso (sassofono), Cosimo Colazzo (pianoforte), con musiche di autori ebrei, che sono stati perseguitati dal nazismo, morti in campo di concentramento (come Ervin Schulhoff), o fuggiti fuori d’Europa (come Darius Milhaud, Bernhard Heiden, Paul Dessau, che ripararono negli Stati Uniti), o che, prefigurando l’apocalisse, lasciarono la Germania per coltivare l’idea e il sogno dello stato ebraico in Palestina (come Paul Ben-Haim, che, formatosi ai linguaggi della tradizione colta europea, musicalmente volle seguire certi rami popolari ebraici, innervati di una storia nomade e di accenti medio-orientali).

I due eventi in programma rientrano nella serie Sapere e Futuro, incontri tra Scienza e Umanesimo, organizzata e promossa per il 2016-2017 dalla neonata associazione culturale Piazza del Mondo, presieduta dalla professoressa Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), con sede a Trento,  inaugurata lo scorso 4 novembre con Vittore Bocchetta (classe 1918), uno degli ultimi sopravvissuti all’inferno nazista; proseguita il 2 dicembre, sempre al MUSE, con il neuroscienziato Gianluigi Gessa;  quindi il 16 dicembre, al liceo Rosmini di Rovereto, con lo storico Mario Isnenghi; e ancora il 20 gennaio, al Muse, con il fisico Eugenio Coccia che ha incantato la platea con le onde gravitazionali. La manifestazione  – realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e di Rovereto e della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige; alla  collaborazione con l’Associazione Culturale MotoContrario, il MUSE, l’Associazione filarmonica di Rovereto, la Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto;  e al patrocinio del Comune di Rovereto, del Museo Storico Italiano della Guerra e dell’Accademia Roveretana degli Agiati; media partner Corriere del Trentino – ha come obiettivo quello di divulgare il sapere, offrire spunti, intessere relazioni, soprattutto a vantaggio del futuro dei giovani,  grazie all’intervento di studiosi ed esperti delle discipline più diverse.

L’ingresso è libero, sia agli incontri culturali che al concerto.

I protagonisti dell’incontro culturale sul tema dell’Antigiudaismo

Giuliana Adamo, docente presso il Trinity College di Dublino. Pic Paul Sharp/SHARPPIX

Giuliana Adamo, laurea in Filologia italiana, phd in teoria della letteratura e linguistica, insegna alla School of Literatures, Languages and Cultural Studies del Trinity College dell’università di Dublino. Tra le sue pubblicazioni: L’ultimo dono di Quetzalcoatl. Viaggio intorno al cioccolato e divagazioni (2001), Metro e ritmo nel primo Palazzeschi (2003), La parola scritta e pronunciata. Nuovi saggi sulla narrativa di Vincenzo Consolo (2006), Luigi Meneghello. Volta la carta la ze finia. Biografia per immagini (2008), Paolo Cherchi. Erudizione e leggerezza. Saggi di filologia comparativa (2012), Vittore Bocchetta. Una vita contro. Ribelle, antifascista, deportato, esule, artista (2012), L’inizio e la fine. I confini del romanzo nel canone occidentale (2013), About Umberto Eco (2015).

Ugo Morelli, professore all’Università di Bergamo

Ugo Morelli, laurea in Scienze Politiche, è professore di  Scienze umane e sociali all’università di Bergamo. Esperto nell’analisi delle relazioni asimmetriche, del conflitto e del potere. Tra le sue pubblicazioni: Incertezza e Organizzazione. Scienze cognitive e crisi della retorica manageriale (2009), Mente e Bellezza. Arte, creatività e innovazione (2010), Mente e Paesaggio. Una teoria della vivibilità (2011), Contro l’indifferenza (2013), Il conflitto generativo (2014), L’anima della macchina. Verso un essenzialismo emergente nel rapporto tra architettura e paesaggio (2014).

Eugenio Coccia, grande fisico delle onde gravitazionali, a Trento, per l’Associazione culturale Piazza del Mondo, al MUSE, venerdì 20 gennaio

20 Gennaio 2017
10:00 ama12:00 pm

Venerdì 20 gennaio 2017, al MUSE (Museo delle Scienze)  di Trento, alle 10.00, in Sala Conferenze, il Professore Eugenio Coccia – fisico sperimentale di fama mondiale –  offrirà  al pubblico presente una riflessione dal titolo La scoperta delle onde gravitazionali.

Uno dei grandi protagonisti della ricerca scientifica in Italia e nel mondo parla in termini divulgativi di quella che è una scoperta epocale, di come la conoscenza di essa possa avere implicazioni di grande rilevanza per la nostra vita e per la vita sulla Terra.

Si tratta del quarto appuntamento della serie Sapere e Futuro, incontri tra Scienza e Umanesimo, organizzata e promossa per il 2016-2017 dalla neonata associazione culturale Piazza del Mondo, presieduta dalla professoressa Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), con sede a Trento,  inaugurata lo scorso 4 novembre con Vittore Bocchetta (classe 1918), uno degli ultimi sopravvissuti all’inferno nazista; proseguita il 2 dicembre, sempre al MUSE, con il neuroscienziato Gianluigi Gessa e il 16 dicembre, al liceo Rosmini di Rovereto, con lo storico Mario Isnenghi. La manifestazione  – realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e di Rovereto e della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige; alla  collaborazione con l’Associazione Culturale MotoContrario, il MUSE, l’Associazione filarmonica di Rovereto, la Bibliteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto;  e al patrocinio del Comune di Rovereto, del Museo Storico Italiano della Guerra e dell’Accademia Roveretana degli Agiati – ha come obiettivo quello di divulgare il sapere, offrire spunti, intessere relazioni, soprattutto a vantaggio del futuro dei giovani,  grazie all’intervento di studiosi ed esperti delle discipline più diverse.

Il professor Coccia spiegherà al suo pubblico cosa sono le onde gravitazionali, quale è la loro relazione con i buchi neri, come ci sono state rivelate, cosa rappresentano nella vita dell’uomo  e della Terra. Accompagnerà il pubblico attraverso uno dei misteri dell’immensità dell’universo, continuando un viaggio a cui, dal 7 gennaio 1610  – quando Galileo per la prima volta nella storia alzò il suo telescopio verso il cielo –  al 14 settembre 2015  – quando due grandi sensibilissimi microfoni registrano per la prima volta le vibrazioni dello spazio-tempo -, hanno partecipato, ciascuno a suo tempo, i fisici più importanti del mondo (da Newton a Einstein a Chandrasekhar inter alii).

Eugenio Coccia è Professore Ordinario di Fisica Sperimentale all’Università di Roma “Tor Vergata” e Direttore del Gran Sasso Science Institute, Scuola di dottorato e Centro INFN a L’Aquila, recentemente riconosciuto come nuova Scuola Universitaria Superiore. La sua attività scientifica è svolta nel campo della fisica astroparticellare, in particolare nella ricerca delle onde gravitazionali. Importantissimi i suoi contributi allo sviluppo dei rivelatori risonanti criogenici ed è tra gli autori della recente rivelazione diretta delle onde gravitazionali e delle fusioni di coppie di buchi neri. La sua straordinaria carriera lo ha visto passare per: Roma (laurea alla La Sapienza), il CERN (Fellowship), Frascati e Gran Sasso (laboratori INFN), Leida (università in Olanda). Responsabile di molte collaborazioni nazionali e internazionali, membro di molti consigli e comitati di esperti. Eletto membro della prestigiosa Academia Europaea nel 2015.

Dalla vista dei corpi celesti al suono dell’universo: una grande lezione da non perdere alla ricerca, sempre, di buone novae che ci illumino sulla nostra condizione di piccoli in  un universo oscuro, immenso, affascinante.

L’ingresso all’incontro è libero.


Venerdì 20 gennaio 2017 | Trento | MUSE, Museo delle Scienze, Sala Conferenze – Corso del Lavoro e della Scienza 3

10:00  | RICERCA SCIENTIFICA E CULTURA. LA SCOPERTA DELLE ONDE GRAVITAZIONALI

Incontro con Eugenio Coccia

Rettore della Scuola Universitaria Superiore “Gran Sasso Science Institute”, Professore Ordinario di Fisica Sperimentale

Uno dei grandi protagonisti della ricerca scientifica in Italia e nel mondo, parla di quella che si presenta come  una scoperta epocale: le onde gravitazionali. In termini divulgativi, con le capacità comunicative che gli sono  riconosciute, parla della realtà fisica delle onde gravitazionali e di come la conoscenza di essa possa avere  implicazioni di grande rilevanza per la vita umana e per la vita sulla terra.   Direttore del Gran Sasso Science Institute (Centro di Studi Avanzati dell’INFN) e Professore Ordinario di Fisica  all’Università di Roma “Tor Vergata”, Eugenio Coccia è un fisico sperimentale. Il suo campo di attività è la  fisica astroparticellare, in particolare la ricerca e lo studio delle onde gravitazionali.    

Ingresso libero


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Voci compositive dalla Grande Guerra. Un concerto di Cosimo Colazzo con un programma di autori che la vissero direttamente al fronte o dall’interno della vita civile. Per ‘Sapere e futuro’ alla Sala Filarmonica di Rovereto

18 Dicembre 2016
6:00 pma8:00 pm

Dopo l’incontro culturale che l’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ ha realizzato (venerdì 16 dicembre alle 10.45 al Liceo Rosmini di Rovereto) nell’ambito della manifestazione ‘Sapere e futuro’, sul tema della Grande Guerra, con il grande storico Mario Isnenghi, professore emerito dell’Università di Venezia e autore di saggi imprescindibili sull’argomento, è la volta, ora, di un concerto pianistico del massimo interesse, perché indaga, nella chiave musicale, il periodo storico e quell’evento – la guerra mondiale – che interrogò fortemente le identità di tutti. Gli intellettuali e gli artisti furono spinti a prendere una più forte posizione, anche per quanto riguarda la loro ricerca, i loro linguaggi. Anche qu le identità erano poste di fronte alla necessità di scegliere, esprimere un’opzione, qualificare la ricerca, renderla più radicale.

Il concerto, tenuto dal pianista e compositore Cosimo Colazzo, è in programma (sempre nell’ambito di ‘Sapere e futuro’) domenica 18 dicembre alle ore 18 alla Sala FIlarmonica di Rovereto (in Corso Rosmini 86). Presenta musiche di autori che hanno vissuto in diretta la guerra ai vari fronti: come Bliss, inglese, ufficiale di artiglieria, ferito e intossicato dai gas; Schulhoff ceco, che la combattè in Galizia contro il fronte russo, anche lui ferito nel corpo e provato psicologicamente; Miaskovskij, che la combattè, viceversa, dalla parte dei russi, e per il quale la guerra fu l’evento decisivo – come scrive – che richiese una nuova e diversa precisione del suo linguaggio. Ci sono poi coloro che, impegnati nella dimensione civile, scrivono apposite composizioni, per sostenere la propria parte, riflettendo insieme sulla realtà cruda della guerra: così Debussy e il nostro Mascagni (in opere diverse nello stile dei due autori, e comunque sobrie e antiretoriche). Oppure Casella, interventista, ma presto consapevole della catastrofe comunque irredimibile che è questa particolare guerra, vorace e quasi senza un orizzonte finale: le sue opere dure e dissonanti, che significano, all’epoca, proprio qesto stato di dura lacerazione della coscienza. Nel programma sono incluse alcune opere di Colazzo, che nella ritmica fredda e inesorabile, oppure nei silenzi estremi, testimoniano di un’attuale riflessione sulla guerra, e anche di una protesta contro.

Gli eventi di ‘Sapere e futuro’ sono organizzati dall’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ in collaborazione con l’Associazione Filarmonica di Rovereto econ l’Associazione MotoContrario di Trento, con il contributo di Fondazione CARITRO e Regione Autonoma Trentino Alto Adige, con il patrocinio di Accademia Roveretana degli Agiati, Museo storico della Guerra, Comune di Rovereto, mentre media partner è il quotidiano ‘Corriere del Trentino’. Si sottolinea anche la collaborazione con vari istituti scolastici sul territorio.

L’ingresso al concerto è libero


DOMENICA 18 DICEMBRE 2016 


18:00 | Rovereto (TN) | Sala Filarmonica – Corso Rosmini 86


Concerto

UN SALTO NEL BUIO. MUSICA E GRANDE GUERRA

Pianista COSIMO COLAZZO


Ingresso libero


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PROGRAMMA

Nikolaj Jakovlevič Mjaskovskij (1881-1950) – Eccentricities sei pezzi per pianoforte (1917-1922) op. 25

Andante semplice – Allegro tenebroso e fantastico – Largo e pesante – Quieto – Allegro vivace – Molto sostenuto ed espressivo

Arthur Bliss (1891-1975) – Two Piano Pieces (1923)

‘Bliss’ (A One-Step) – The Rout Trot

Claude Debussy (1862-1918) – Berceuse héroique, pour rendre hommage au roi Albert I de Belgique et à ses soldats (1914)

Pietro Mascagni (1863-1945) – Sunt lacrymae rerum! (1914)

Alfredo Casella (1883-1947) – Sonatina (1916) op. 28

Allegro con spirito – Minuetto – Finale

 …………………………

Cosimo Colazzo (1964) – I fragorosi silenzi, la fine (2015) 

Igor Stravinskij (1882-1971) – Piano-rag-music (1919) 

Ervin Schulhoff (1894-1942) – Fünf Pittoresken (1919) op. 31

Foxtrot – Ragtime – In futurum – One-step – Maxixe

Cosimo Colazzo (1964) – Jeux de contrastes (2015)


NOTE BIOGRAFICHE DI COSIMO COLAZZO

Cosimo Colazzo, nato a Melpignano (Lecce) nel 1964, compositore, pianista, direttore d’orchestra, è autore di una vasta produzione, premiato, per sue opere, in concorsi nazionali e internazionali. La sua musica è stata eseguita in vari paesi europei, negli Stati Uniti, in America Latina, in Giappone, ed è pubblicata da Rai Trade – Contemporary. Come pianista ha tenuto concerti in Italia, in vari paesi europei, negli Stati Uniti, impegnato sulle letterature del ‘900 e contemporanee, con particolari apporti interpretativi e di ricerca artistica rispetto ad autori come Mjaskovskij, Schulhoff, Ustvolskaya, Lopes-Graça, Mompou, ecc. È membro dell’équipe di ricerca del CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical, della Universidade Nova di Lisbona. Attualmente è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento. Dello stesso Conservatorio è stato direttore dal 2005 al 2011. Faculty Member e artist in residence, a partire dal 2012, presso la Italian School del Middlebury College, negli Stati Uniti.


NOTE AL PROGRAMMA DEL CONCERTO

Un concerto pianistico con, in programma, autori che hanno vissuto direttamente la guerra su fronti opposti, come il russo Miaskovski, l’inglese Bliss, il ceco Schulhoff. Vengono presentate opere di quel periodo o subito successivo. L’esperienza della guerra è formativa del loro linguaggio musicale, lo precisa spesso in termini di protesta e di rifiuto della tradizione europea (Schulhoff; Bliss), o di un timbrismo scuro (Miaskovskij). Altri autori, nello stesso periodo, vivono la guerra da una prospettiva di vita civile, dentro una società che nondimeno è segnata dalla guerra. Anche qui opere che si rivolgono alla guerra con una sensibilità malinconica e ripiegata (Debussy; Mascagni), oppure risentendola nei termini della dissonanza e della atonalità (Casella).

Nikolaj Jakovlevič Mjaskovskij (1881-1950), Eccentricities: sei pezzi per pianoforte (1917-1922) op. 25. (Andante semplice; Allegro tenebroso e fantastico; Largo e pesante; Quieto; Allegro vivace; Molto sostenuto ed espressivo). Mjaskovskij combattè nelle fila dell’esercito russo durante la prima guerra mondiale, sul fronte che, in Galizia, opponeva i russi agli austriaci. Ricorda l’esperienza come un avvenimento decisivo rispetto alla sua ricerca, all’evoluzione del suo linguaggio e del suo stile, nonché come fattore di profonda trasformazione spirituale della persona. Così scrive: «La guerra ha profondamente arricchito la mia riserva d’impressioni interiori ed esteriori, e allo stesso tempo ha schiarito le mie idee musicali. La maggior parte delle mie composizioni del fronte ha un carattere, se non più chiaro, almeno più obiettivo». Fu ferito e, mentre era convalescente, si dedicò alla composizione della Sinfonia n. 4. Sempre negli anni della guerra compose la fortunatissima Sinfonia n. 5. L’esperienza della guerra è presente quando compone le prime idee per Eccentricities, opera che porterà a termine negli anni Venti, impregnata di timbriche scure, di fantasie sonore tenebrose richiamate da significative didascalie.

Arthur Bliss (1891-1975), Two Piano Pieces (1923) (‘Bliss’ [A One-Step]; The Rout Trot). Arthur Bliss ha  partecipato alla prima guerra mondiale, già subito all’avvio, come volontario nella British Army, servendo con onore nel corpo delle Grenadier Guards. “Il mio temperamento – scrive – mi richiede di assumere delle scelte e un ruolo attivo, non passivo. Io vedo me stesso in azione”. La sua musica procede in parallelo con questo suo atteggiamento estroverso, pronto a intervenire, partecipare. La Guerra coincide con un passaggio di maturazione della sua personalità, sotto il profilo umano come artistico. Ed è in una tale condizione di cambiamenti, che egli sta vivendo intensamente, che incontro il jazz. La sua formazione colta si apre a un’altra cultura, che lo colpisce davvicino, complice l’esperienza militare. Dal 1917 le truppe americane sono in Europa e portano con sé una musica nuova. I giovani europei ne sono affascinati. Bliss risponde adottando, in sue composizioni, riprese di ritmi, motivi, armonie, che vengono dal jazz, da nuove, bizzarre, scatenate danze che arrivano anche attraverso la radio e i grammofoni sempre più diffusi.

Claude Debussy (1862-1918), Berceuse héroique, pour rendre hommage au roi Albert I de Belgique et à ses soldats (1914) per pianoforte. La partitura, idealmente rivolta alla nazione belga, dichiara il suo essere solidale con il destino di quel popolo che, nel 1914, ha subito l’invasione tedesca, nonostante il  paese fosse neutrale. Si parla significativamente di «stupro del Belgio», per intendere quanto subìto dalla sua popolazione, vittima di veri e propri crimini di guerra, nonostante la salvaguardia sancita da patti internazionali. Debussy espresse parole di disapprovazione per la guerra, in quanto essa è radicalmente altro dall’Arte che inibisce e opprime. Il suo nazionalismo lo porta a sottolineare con forza il senso dell’identità francese –  che ha a che fare con specifiche linee evolutive della storia e con il maturare di una continuità coerente con le proprie tradizioni culturali – ma mai avrebbe esaltato, con la propria arte, la necessità della guerra, in quanto profondamente convinto della radicale incompatibilità tra le due.

Pietro Mascagni (1863-1945) Sunt lacrymae rerum! (1914) per pianoforte. È il contributo di Pietro Mascagni all’iniziativa dello scrittore Hall Caine, che aveva chiesto l’intervento di vari artisti europei per una pubblicazione comune, volta a celebrare la resistenza del Belgio contro la Germania, che aveva invaso il Belgio nonostante fosse neutrale. La pubblicazione, voluta e sostenuta dal «The Daily Telegraph» che ne sarà l’editore, è il King Albert’s Book. A Tribute to the Belgian King and People from Representative Men and Women throughout the World. Mascagni scrive un pezzo breve – il cui titolo, Sunt lacrimae rerum!, è ripreso dal verso 462 del I libro dell’Eneide – rappresentativo di una volontà di approfondimento nella commemorazione. La scrittura è volutamente disadorna, fatta di una melodia spoglia e soprattutto di accordi, mentre l’armonia si rende complessa e tende a evitare percorsi lineari e risolti.

Alfredo Casella (1883-1947), Sonatina (1916) op. 28 per pianoforte. Le opere che Alfredo Casella scrive nel periodo della Grande Guerra sono frutto di un’esperienza di ricerca radicale, che ribalta ogni stato convenzionale del suono. Sono partiture che ricercano l’urto, la dissonanza, che sentono l’armonia come esperienza timbrica, che estendono lo spettro della tastiera pianistica a cercare anche gli stati del rumore, della materia quasi informale. La ritmica a volte è ossessiva, primitiva. Il sogno della forma precisa e oggettiva, polemicamente anti-romantica, cui rinviano alcuni sottotitoli con il loro richiamo a formule storiche (si veda, ad esempio, il movimento interno, Minuetto), si mescola a questa ricerca che appare invece sostanzialmente aperta, dai confini non dati. È musica complessa, fortemente interrogativa e problematica, come i tempi storici che Casella sta vivendo.

Cosimo Colazzo (1964), I fragorosi silenzi, la fine (2015) per pianoforte. La guerra ci raggiunge nella forma di video che rivelano immagini di luce, come esplosioni senza suono. La nostra percezione, mediata da uno schermo, le vive irreali. Ma hanno carico di morte e di fine. Il compositore richiama quel silenzio che è di morte lontana: atroce morte silente, rallentata, distillata in un silenzio evaporato e stupefatto.  Silenzio fragoroso. Silenzio sensibilizzato e teso: per non dimenticare.

Igor Stravinskij (1882-1971), Piano-rag-music (1919) per pianoforte. Stravinskij ha molto vivo il senso della composizione come qualcosa di oggettivo, forma e materiali che si esaltano nelle loro qualità concrete, di ritmo, timbrica presente. Riduce per questo ogni nebbia espressiva, che tradisca la retorica dell’io. Ciò accade molto nella fase in cui vive la guerra (la prima del secolo che infiammi tutta Europa e il mondo), le sue conseguenze, esule volontario in Svizzera. Qui sperimenta il senso di un linguaggio ridotto, di forme essenziali. Come se, di fronte ad un evento cruciale e distruttivo, la vita assumesse consapevolezza di se stessa negli aspetti più puri e basici. L’attenzione per il jazz, visibile in alcune opere, tra cui Piano rag music (1919), gli serve come ulteriore apertura, verso un mondo culturale altro, capace di relativizzare o contrastare ironicamente alcune tradizioni retoriche. Ma l’accostamento al jazz è nel segno anche qui, di una distanza. Nessun abbandono. Dissonanze acide, accostamenti netti e senza sfumature, oggetti musicali diversi e sovrapposizioni, stratificazioni in piena evidenza

Ervin Schulhoff (1894-1942), Fünf Pittoresken (1919) op. 31 per pianoforte (Foxtrott, Ragtime, In futurum, One-step, Maxixe). Lo scoppio della prima guerra mondiale fu evento decisivo per Schuloff, ciò che lo forgiò e spinse il suo linguaggio in direzioni radicali. Fu arruolato nell’esercito austriaco. Inizialmente fu di stanza a Praga, ma poi combatté in Ungheria. Nel 1916 fu ferito alla mano da una granata e subì un grande shock nervoso. Nel 1917 combatté sul fronte russo. Alla fine della guerra sentì il peso di un’esperienza devastante. Ne emerse disilluso, ma anche con una grande rabbia, che esprimeva in opere provocatorie e sperimentali, anche dada, contro ogni residuo neoromantico, mentre politicamente accoglieva le idee socialiste. Dà spazio all’alterità del jazz, con il suo nerbo giovane e ritmico. Ma il suo gioco non è solo leggero se, nella leggerezza ironica, dirige lo sguardo direttamente verso il nulla, il vuoto, la pagina bianca. In un brano delle Fünf Pittoresken, dal titolo In futurum, visionario e ironico, irrora la pagina di sole pause e qualche gioco grafico, dando così spazio al silenzio, all’alterità forse dispersa. Un gioco o una seria interrogazione che anticipa di molti anni quanto Cage avrebbe più tardi trovato e messo in scena. Qui probabilmente con un diverso tessuto di significati, perché vi è iscritto il senso stravolto della guerra e del tramonto dell’Europa, divenuta un enorme campo di battaglia.

Cosimo Colazzo (1964), Jeux de contrastes (2015) Oggi la guerra è confinata in una dimensione asettica, ridotta a mera questione tecnica, di controllo e delimitazione razionale, professionale, di un male relativo. Lo scacchiere mondiale tutto riduce a gioco, dove la morte e la vita perdono il senso dei corpi e dei destini individuali. Così, paradossalmente, questo brano, esprime il senso del ritmo composito e multiforme, del ‘gioco’ e dei ‘contrasti’, e simultaneamente organizza e rapprende la sonorità – diversamente da altre opere dell’autore, che ambiscono al flusso di rapporto tra suono e silenzio – in una dimensione solida, precisa e netta.


INFO: segreteria@piazzadelmondo.it


Invito Concerto Cosimo Colazzo – programma di sala

Grande Guerra: i percorsi, talvolta paradossali, del patriottismo. Ne tratta il grande storico Mario Isnenghi, a Rovereto, per ‘Sapere e futuro’, manifestazione organizzata dall’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’

16 Dicembre 2016
10:45 ama12:30 pm

La Grande Guerra è un discrimine identitario forte. Trasforma coscienze individuali e collettive. Chiama alla storia periferie e margini. Le scelte – compiute o imposte dagli eventi che sopravanzano – non sono di facile revoca. La guerra impone la sua realtà e coinvolge intere masse di persone, che offrono il loro contributo anonimo a una guerra che impone una nuova mentalità e un nuovo metodo: guerra di trincea, di posizione, guerra tecnologica.

Ne tratta un grande storico, riferimento internazionale per gli studi sulla Prima Guerra Mondiale, Mario Isnenghi. All’Aula Magna del Liceo Rosmini di Rovereto, alle ore 10.45, per una conferenza dal titolo curioso quanto significativo: “Tra scaricalasino e il mondo. Se e come essere patrioti tra il 1914-1918”. L’ingresso è libero.

Nella conferenza Mario Isnenghi –  già docente nelle Università di Padova, Torino e Venezia, Isnenghi è attualmente Presidente dell’Iveser (Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea – parla di come fra il 1914 e il 1918 milioni di  uomini – ventenni, trentenni, quarantenni – sono richiamati dai loro villaggi senza storia a fare politica e fare storia. Molti di loro non l’avrebbero voluto, ma le circostanze scelgono per loro e li coinvolgono . La prima guerra mondiale è la leva di un cambiamento radicale delle identità, sia personali che collettive, fra quello che si era e  quello che si diventa: fra piccole e grandi patrie, fra Internazionale e Nazione, fra Imperi e Stati nazionali. Di queste dinamiche generali il Trentino può essere considerato allora un simbolo, oggi uno straordinario  osservatorio e pro-memoria.


Sempre sulla Grande Guerra l’evento successivo nel programma della manifestazione ‘Sapere e futuro’. Si tratta di un concerto pianistico, che terrà il pianista e compositore Cosimo Colazzo, alla Sala Filarmonica di Rovereto domenica 18 dicembre alle ore 18.


Gli eventi di ‘Sapere e futuro’ sono organizzati dall’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ in collaborazione con l’Associazione Filarmonica di Rovereto econ l’Associazione MotoContrario di Trento, con il contributo di Fondazione CARITRO e Regione Autonoma di Trento, con il patrocinio di Accademia Roveretana degli Agiati, Museo storico della Guerra, Comune di Rovereto, mentre media partner è il quotidiano ‘Corriere del Trentino’. Si sottolinea anche la collaborazione con vari istituti scolastici sul territorio.Gli eventi di ‘Sapere e futuro’ sono organizzati dall’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ in collaborazione con l’Associazione Filarmonica di Rovereto econ l’Associazione MotoContrario di Trento, con il contributo di Fondazione CARITRO e Regione Autonoma di Trento, con il patrocinio di Accademia Roveretana degli Agiati, Museo storico della Guerra, Comune di Rovereto, mentre media partner è il quotidiano ‘Corriere del Trentino’. Si sottolinea anche la collaborazione con vari istituti scolastici sul territorio.


L’ingresso agli eventi di ‘Sapere e futuro’ (incontri culturali e concerti) è libero


Di seguito il programma dei due eventi.


VENERDÌ 16 DICEMBRE 2016


10:45 | Rovereto (TN) | Liceo Antonio Rosmini, Aula Magna – Corso Bettini, 86

TRA SCARICALASINO E IL MONDO. SE E COME ESSERE PATRIOTI NEL 1914-1918

Conferenza di Mario Isnenghi, Professore Emerito (Università di Venezia)


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Un esperto della Grande Guerra, Mario Isnenghi – già docente nelle Università di Padova, Torino e Venezia, attualmente Presidente dell’Iveser (Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea)- parla di come fra il 1914 e il 1918 milioni di  uomini – ventenni, trentenni, quarantenni – sono richiamati dai loro villaggi senza storia a fare politica e fare storia. Molti di loro non l’avrebbero voluto, ma le circostanze scelgono per loro e li coinvolgono . La prima guerra mondiale è la leva di un cambiamento radicale delle identità, sia personali che collettive, fra quello che si era e  quello che si diventa: fra piccole e grandi patrie, fra Internazionale e Nazione, fra Imperi e Stati nazionali. Di queste dinamiche generali il Trentino può essere considerato allora un simbolo, oggi uno straordinario  osservatorio e pro-memoria.

Isnenghi è autore di numerosi lavori, tra i suoi libri sulla prima guerra mondiale: Il mito della Grande guerra. Da Marinetti a Malaparte [1970], nuova ed.  2014; L’Italia in piazza [1994], 2004; La tragedia necessaria. Da Caporetto all’otto settembre [1999], nuova ed. 2013; La grande guerra 1914-1918 (con Giorgio Rochat [2000], nuova ed. 2014; Convertirsi alla guerra. Liquidazioni, mobilitazioni e abiure nell’Italia tra il 1914 e il 1918, 2015.

Ingresso libero


INFO: segreteria@piazzadelmondo.it


Invito incontro culturale con Mario Isnenghiico_pdf


DOMENICA 18 DICEMBRE 2016 


18:00 | Rovereto (TN) | Sala Filarmonica – Corso Rosmini 86


Concerto

UN SALTO NEL BUIO. MUSICA E GRANDE GUERRA

Pianista COSIMO COLAZZO


Ingresso libero


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PROGRAMMA

Nikolaj Jakovlevič Mjaskovskij (1881-1950) – Eccentricities sei pezzi per pianoforte (1917-1922) op. 25

Andante semplice – Allegro tenebroso e fantastico – Largo e pesante – Quieto – Allegro vivace – Molto sostenuto ed espressivo

Arthur Bliss (1891-1975) – Two Piano Pieces (1923)

‘Bliss’ (A One-Step) – The Rout Trot

Claude Debussy (1862-1918) – Berceuse héroique, pour rendre hommage au roi Albert I de Belgique et à ses soldats (1914)

Pietro Mascagni (1863-1945) – Sunt lacrymae rerum! (1914)

Alfredo Casella (1883-1947) – Sonatina (1916) op. 28

Allegro con spirito – Minuetto – Finale

 …………………………

Cosimo Colazzo (1964) – I fragorosi silenzi, la fine (2015) 

Igor Stravinskij (1882-1971) – Piano-rag-music (1919) 

Ervin Schulhoff (1894-1942) – Fünf Pittoresken (1919) op. 31

Foxtrot – Ragtime – In futurum – One-step – Maxixe

Cosimo Colazzo (1964) – Jeux de contrastes (2015)


NOTE BIOGRAFICHE DI COSIMO COLAZZO

Cosimo Colazzo, nato a Melpignano (Lecce) nel 1964, compositore, pianista, direttore d’orchestra, è autore di una vasta produzione, premiato, per sue opere, in concorsi nazionali e internazionali. La sua musica è stata eseguita in vari paesi europei, negli Stati Uniti, in America Latina, in Giappone, ed è pubblicata da Rai Trade – Contemporary. Come pianista ha tenuto concerti in Italia, in vari paesi europei, negli Stati Uniti, impegnato sulle letterature del ‘900 e contemporanee, con particolari apporti interpretativi e di ricerca artistica rispetto ad autori come Mjaskovskij, Schulhoff, Ustvolskaya, Lopes-Graça, Mompou, ecc. È membro dell’équipe di ricerca del CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical, della Universidade Nova di Lisbona. Attualmente è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento. Dello stesso Conservatorio è stato direttore dal 2005 al 2011. Faculty Member e artist in residence, a partire dal 2012, presso la Italian School del Middlebury College, negli Stati Uniti.


NOTE AL PROGRAMMA DEL CONCERTO

Un concerto pianistico con, in programma, autori che hanno vissuto direttamente la guerra su fronti opposti, come il russo Miaskovski, l’inglese Bliss, il ceco Schulhoff. Vengono presentate opere di quel periodo o subito successivo. L’esperienza della guerra è formativa del loro linguaggio musicale, lo precisa spesso in termini di protesta e di rifiuto della tradizione europea (Schulhoff; Bliss), o di un timbrismo scuro (Miaskovskij). Altri autori, nello stesso periodo, vivono la guerra da una prospettiva di vita civile, dentro una società che nondimeno è segnata dalla guerra. Anche qui opere che si rivolgono alla guerra con una sensibilità malinconica e ripiegata (Debussy; Mascagni), oppure risentendola nei termini della dissonanza e della atonalità (Casella).

Nikolaj Jakovlevič Mjaskovskij (1881-1950), Eccentricities: sei pezzi per pianoforte (1917-1922) op. 25. (Andante semplice; Allegro tenebroso e fantastico; Largo e pesante; Quieto; Allegro vivace; Molto sostenuto ed espressivo). Mjaskovskij combattè nelle fila dell’esercito russo durante la prima guerra mondiale, sul fronte che, in Galizia, opponeva i russi agli austriaci. Ricorda l’esperienza come un avvenimento decisivo rispetto alla sua ricerca, all’evoluzione del suo linguaggio e del suo stile, nonché come fattore di profonda trasformazione spirituale della persona. Così scrive: «La guerra ha profondamente arricchito la mia riserva d’impressioni interiori ed esteriori, e allo stesso tempo ha schiarito le mie idee musicali. La maggior parte delle mie composizioni del fronte ha un carattere, se non più chiaro, almeno più obiettivo». Fu ferito e, mentre era convalescente, si dedicò alla composizione della Sinfonia n. 4. Sempre negli anni della guerra compose la fortunatissima Sinfonia n. 5. L’esperienza della guerra è presente quando compone le prime idee per Eccentricities, opera che porterà a termine negli anni Venti, impregnata di timbriche scure, di fantasie sonore tenebrose richiamate da significative didascalie.

Arthur Bliss (1891-1975), Two Piano Pieces (1923) (‘Bliss’ [A One-Step]; The Rout Trot). Arthur Bliss ha  partecipato alla prima guerra mondiale, già subito all’avvio, come volontario nella British Army, servendo con onore nel corpo delle Grenadier Guards. “Il mio temperamento – scrive – mi richiede di assumere delle scelte e un ruolo attivo, non passivo. Io vedo me stesso in azione”. La sua musica procede in parallelo con questo suo atteggiamento estroverso, pronto a intervenire, partecipare. La Guerra coincide con un passaggio di maturazione della sua personalità, sotto il profilo umano come artistico. Ed è in una tale condizione di cambiamenti, che egli sta vivendo intensamente, che incontro il jazz. La sua formazione colta si apre a un’altra cultura, che lo colpisce davvicino, complice l’esperienza militare. Dal 1917 le truppe americane sono in Europa e portano con sé una musica nuova. I giovani europei ne sono affascinati. Bliss risponde adottando, in sue composizioni, riprese di ritmi, motivi, armonie, che vengono dal jazz, da nuove, bizzarre, scatenate danze che arrivano anche attraverso la radio e i grammofoni sempre più diffusi.

Claude Debussy (1862-1918), Berceuse héroique, pour rendre hommage au roi Albert I de Belgique et à ses soldats (1914) per pianoforte. La partitura, idealmente rivolta alla nazione belga, dichiara il suo essere solidale con il destino di quel popolo che, nel 1914, ha subito l’invasione tedesca, nonostante il  paese fosse neutrale. Si parla significativamente di «stupro del Belgio», per intendere quanto subìto dalla sua popolazione, vittima di veri e propri crimini di guerra, nonostante la salvaguardia sancita da patti internazionali. Debussy espresse parole di disapprovazione per la guerra, in quanto essa è radicalmente altro dall’Arte che inibisce e opprime. Il suo nazionalismo lo porta a sottolineare con forza il senso dell’identità francese –  che ha a che fare con specifiche linee evolutive della storia e con il maturare di una continuità coerente con le proprie tradizioni culturali – ma mai avrebbe esaltato, con la propria arte, la necessità della guerra, in quanto profondamente convinto della radicale incompatibilità tra le due.

Pietro Mascagni (1863-1945) Sunt lacrymae rerum! (1914) per pianoforte. È il contributo di Pietro Mascagni all’iniziativa dello scrittore Hall Caine, che aveva chiesto l’intervento di vari artisti europei per una pubblicazione comune, volta a celebrare la resistenza del Belgio contro la Germania, che aveva invaso il Belgio nonostante fosse neutrale. La pubblicazione, voluta e sostenuta dal «The Daily Telegraph» che ne sarà l’editore, è il King Albert’s Book. A Tribute to the Belgian King and People from Representative Men and Women throughout the World. Mascagni scrive un pezzo breve – il cui titolo, Sunt lacrimae rerum!, è ripreso dal verso 462 del I libro dell’Eneide – rappresentativo di una volontà di approfondimento nella commemorazione. La scrittura è volutamente disadorna, fatta di una melodia spoglia e soprattutto di accordi, mentre l’armonia si rende complessa e tende a evitare percorsi lineari e risolti.

Alfredo Casella (1883-1947), Sonatina (1916) op. 28 per pianoforte. Le opere che Alfredo Casella scrive nel periodo della Grande Guerra sono frutto di un’esperienza di ricerca radicale, che ribalta ogni stato convenzionale del suono. Sono partiture che ricercano l’urto, la dissonanza, che sentono l’armonia come esperienza timbrica, che estendono lo spettro della tastiera pianistica a cercare anche gli stati del rumore, della materia quasi informale. La ritmica a volte è ossessiva, primitiva. Il sogno della forma precisa e oggettiva, polemicamente anti-romantica, cui rinviano alcuni sottotitoli con il loro richiamo a formule storiche (si veda, ad esempio, il movimento interno, Minuetto), si mescola a questa ricerca che appare invece sostanzialmente aperta, dai confini non dati. È musica complessa, fortemente interrogativa e problematica, come i tempi storici che Casella sta vivendo.

Cosimo Colazzo (1964), I fragorosi silenzi, la fine (2015) per pianoforte. La guerra ci raggiunge nella forma di video che rivelano immagini di luce, come esplosioni senza suono. La nostra percezione, mediata da uno schermo, le vive irreali. Ma hanno carico di morte e di fine. Il compositore richiama quel silenzio che è di morte lontana: atroce morte silente, rallentata, distillata in un silenzio evaporato e stupefatto.  Silenzio fragoroso. Silenzio sensibilizzato e teso: per non dimenticare.

Igor Stravinskij (1882-1971), Piano-rag-music (1919) per pianoforte. Stravinskij ha molto vivo il senso della composizione come qualcosa di oggettivo, forma e materiali che si esaltano nelle loro qualità concrete, di ritmo, timbrica presente. Riduce per questo ogni nebbia espressiva, che tradisca la retorica dell’io. Ciò accade molto nella fase in cui vive la guerra (la prima del secolo che infiammi tutta Europa e il mondo), le sue conseguenze, esule volontario in Svizzera. Qui sperimenta il senso di un linguaggio ridotto, di forme essenziali. Come se, di fronte ad un evento cruciale e distruttivo, la vita assumesse consapevolezza di se stessa negli aspetti più puri e basici. L’attenzione per il jazz, visibile in alcune opere, tra cui Piano rag music (1919), gli serve come ulteriore apertura, verso un mondo culturale altro, capace di relativizzare o contrastare ironicamente alcune tradizioni retoriche. Ma l’accostamento al jazz è nel segno anche qui, di una distanza. Nessun abbandono. Dissonanze acide, accostamenti netti e senza sfumature, oggetti musicali diversi e sovrapposizioni, stratificazioni in piena evidenza

Ervin Schulhoff (1894-1942), Fünf Pittoresken (1919) op. 31 per pianoforte (Foxtrott, Ragtime, In futurum, One-step, Maxixe). Lo scoppio della prima guerra mondiale fu evento decisivo per Schuloff, ciò che lo forgiò e spinse il suo linguaggio in direzioni radicali. Fu arruolato nell’esercito austriaco. Inizialmente fu di stanza a Praga, ma poi combatté in Ungheria. Nel 1916 fu ferito alla mano da una granata e subì un grande shock nervoso. Nel 1917 combatté sul fronte russo. Alla fine della guerra sentì il peso di un’esperienza devastante. Ne emerse disilluso, ma anche con una grande rabbia, che esprimeva in opere provocatorie e sperimentali, anche dada, contro ogni residuo neoromantico, mentre politicamente accoglieva le idee socialiste. Dà spazio all’alterità del jazz, con il suo nerbo giovane e ritmico. Ma il suo gioco non è solo leggero se, nella leggerezza ironica, dirige lo sguardo direttamente verso il nulla, il vuoto, la pagina bianca. In un brano delle Fünf Pittoresken, dal titolo In futurum, visionario e ironico, irrora la pagina di sole pause e qualche gioco grafico, dando così spazio al silenzio, all’alterità forse dispersa. Un gioco o una seria interrogazione che anticipa di molti anni quanto Cage avrebbe più tardi trovato e messo in scena. Qui probabilmente con un diverso tessuto di significati, perché vi è iscritto il senso stravolto della guerra e del tramonto dell’Europa, divenuta un enorme campo di battaglia.

Cosimo Colazzo (1964), Jeux de contrastes (2015) Oggi la guerra è confinata in una dimensione asettica, ridotta a mera questione tecnica, di controllo e delimitazione razionale, professionale, di un male relativo. Lo scacchiere mondiale tutto riduce a gioco, dove la morte e la vita perdono il senso dei corpi e dei destini individuali. Così, paradossalmente, questo brano, esprime il senso del ritmo composito e multiforme, del ‘gioco’ e dei ‘contrasti’, e simultaneamente organizza e rapprende la sonorità – diversamente da altre opere dell’autore, che ambiscono al flusso di rapporto tra suono e silenzio – in una dimensione solida, precisa e netta.


INFO: segreteria@piazzadelmondo.it


Invito Concerto Cosimo Colazzo – programma di sala

 

In questa nostra epoca caratterizzata, da un lato dalla globalizzazione, dall’altro dalle diversità, l'Associazione Culturale Piazza del Mondo, con le sue attività, propone un dialogo aperto del polo scientifico e di quello umanistico, entrambi declinati nell’ampio spettro delle rispettive possibilità